i miei pensieri, nell'etere
domenica 30 marzo 2008
Riuscimmo, al fin, a riveder le stelle
Si fermò a pensare a lui, appoggiando il gomito al tavolo in rovere, per sostenere con la mano destra il peso del volto. L'unghia del dito indice sinistro tra i denti. Miss I si fermo così, a pensare a Mr U.

Pensò che sarebbe stata ore a guardarlo. Pensò che avrebbe potuto accettare di non averlo, avrebbe potuto accettare che non fosse suo, pur di rimanere a guardarlo. Sarebbe rimasta a guardarlo per tutta la vita. Avrebbe accettato anche questo, pur di poterlo guardare come quella volta.


Le luci del cruscotto illuminavano il volto di Mr U per tre/quarti. Come fa il sole con il satellite naturale della Terra nelle notti di gibbosa crescente. Quella luce, così debole in confronto alla vastità del buio esterno, aveva però il potere di renderlo ancora più bello. Imperfetto, ma bellissimo, proprio per questo.


L'aveva pensato allora e lo pensò di nuovo. Qualunque cosa, pur di guardarti così, per il resto della mia vita.


Qualunque cosa. Forse, avrebbe dato anche l'anima.


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sabato 29 marzo 2008
A volte faccio cose strane #3
Tipo le ultime due volte in cui ho lavato i piatti. Dopo, io e mia mamma non siamo più state in grado di ritrovare il tappo del lavandino, nè lo strofinaccio per pulire la cucina.
Mia mamma sostiene che probabilmente ho buttato entrambi nella spazzatura. Comincio a crederlo anche io. Ma non lo posso affermare con certezza. Perchè non me lo ricordo...

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A volte faccio cose strane #2
Tipo mettere un cucchiaino di sale dentro il vasetto dello yogurt bianco, quando - ovviamente - volevo mettere un cucchiaio di zucchero...

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A volte faccio cose strane
Tipo mettere la confezione della candeggina in frigo, perchè l'ho scambiata per una bottiglia di latte...

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Dove finisce Milano?
Andare a Milano non mi fa lo stesso effetto che andare a Torino.
Quando arrivo a Torino, che sia in treno o in macchina, è come arrivare a casa (e forse, da qualche parte, l'ho anche già scritto). Milano, invece, non la conosco, non è casa. Milano è grande. Mi dà l'impressione di essere immensa. Che poi anche Torino è una città grande, ma Milano suscita in me delle sensazioni diverse.
Forse sarà per il fatto che ieri sera l'auto su cui viaggiavo ha dovuto battere strade e ancora strade in tangenziale, e altrove, prima di giungere alla meta. E sarà per il fatto che le strade erano così larghe, così ampie. Con quei grossi cartelloni pubblicitari ai lati, così alti, che io mi sono sentita piccola piccola. E poi l'auto è passata a fianco dello stadio San Siro (che sarebbe più corretto chiamare stadio Meazza), e lì mi sono sentita ancora più piccola. Pur essendo stata al suo interno già tre volte, quello stadio ha il potere di farmi sentire così minuscola, in confronto al sua gigantezza...
E tutto questo mi ha affascinato. Non so bene il motivo per cui l'ha fatto, ma mi ha affascinato. E ho pensato che andare a Milano per fare shopping e limitarsi a fare su e giù per Corso Como non fa accorgere della grandezza delle cose. E non lo fa nemmeno girare sotterraneamente in metropolitana. Non ci si accorge di quante cose, palazzi, e kilometri di strade siano riusciti a costruire gli uomini. Dove finisce Milano? Finisce? Perchè a me è sembrata essere una città immensa. Con il complice buio della notte che l'aiutava a nascondere i suoi confini.
Si. Milano è proprio grande.
(Ma Torino mi piace di più*).

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mercoledì 26 marzo 2008
Non ho voglia di pensare a un titolo per questo post
Ho sprecato un pomeriggio ad aspettare. E credo che per ancora un'ora e mezza aspetterò. Il chè equivale a dire che sprecherò.
Ho un pacco di roba da studiare, ma non riesco. Perchè a volte capita che mi addormenti di pomeriggio e mi svegli con un 'ansia... Dovuta a cosa, poi? Non si sa. Fatto sta che di stare sui libri non se ne parla proprio. Eppure dovrei. Devo.
E l'idea di passare la serata in camera, sola, con il peso di queste pagine accademiche tra le mani peggiora quest'oppressione che già sento in mezzo al petto. C'è di peggio, no? Si, che c'è di peggio. Ma oggi la giornata ha preso una piega sbagliata e non credo che riuscirà a riaddrizzarsi. No, ormai non riuscirà.
Detesto di avere un equilibrio così poco stabile. Forse dovrei cominciare a pensare a un modo per mantenerlo in auge senza devastarlo alla minima stronzata. O forse dovrei cominciare a convincermi del fatto che di equilibrio non ne ho; e dovrei mettermi a pensare seriamente di costruirmene uno.
(E questa tuttaltrocheinfallibileconnessioneadinternet mi impedisce di attacare qui in basso una foto, come sempre faccio. Mi impedisce di concludere visivamente il mio pensiero. Lo so che non è indispensabile, ma mi viene proprio da pensare "fanculo". Si, fanculo. Fanculo anche a internet***).

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posted by buИCiA at 18:21 | Permalink | 7 comments
domenica 23 marzo 2008
A volte ritornano
"Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all'alcool e di non poter più controllare la nostra vita".
E' il primo dei dodici passi previsti dal programma di recupero degli alcolisti anonimi.

No, non faccio parte di quel gruppo, ma poco fa, insieme ad un'amica (la solita) si pensava di elaborare i dodici passi di quelle che rimangono sempre fregate dal cuore. Eh già, perchè succede spesso. Che si rimanga fregati. Dal cuore.

C'è chi rimane attaccato al telefono sperando che suoni. E sperando che quel suono sia proprio della persona desiderata.

C'è chi non riesce a farsi passare una cotta che dura da mesi. Se non da un anno.

C'è chi pensava di aver superato il momento orribile che segue all'essere lasciati. E poi capita di rivedere l'ex. A distanza di mesi. E capita che l'ex invii un messaggio. E capita che proprio non ci si trattenga dal chiamarlo. Nemmeno ci si prova. A trattenersi. L'effetto di risentire quella voce è devastante. Il viso non si può vedere. Non si vede da un po'. Eppure lo si immagina. Come se fosse stato davanti agli occhi fino a poco tempo fa.

"Siamo giunti a credere che un potere più grande di noi avrebbe potuto riportarci alla ragione". E' il secondo passo degli AA.

Io sono giunta a credere che se avessi ragionato anche solo per un microsecondo non l'avrei chiamato. Avrei dovuto chiamare un'amica e farmi convincere a non farlo. Avrei dovuto ragionare. Avrei dovuto pensare che mi avrebbe fatto male. Avrei.

E invece in un soffio ho tradito la mia stabilità, senza attenuanti e nessuna pietà, come cantano i Subsonica. Senza attenuanti. E nessuna pietà.
La verità è che sono debole. Il primo passo è quello di ammettere le proprie debolezze, no? E allora ammettiamole. Di fronte alle ragioni del cuore sono totalmente impotente.

E' la testa che dovrebbe funzionare un po' di più. Dovrei convincerla a funzionare un po' di più.


E mentre cercherò di togliere dal mio cervello i suoi occhi azzurri, mangerò una fetta di torta all'ananas. I dolci, in queste occasioni, sono sempre un toccasana.

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posted by buИCiA at 23:00 | Permalink | 12 comments
venerdì 21 marzo 2008
Cambio di stagione
Oggi splende il sole.
La primavera ha il profumo di un'eau de toilette da uomo. Un buonissimo profumo. E me lo sento addosso. Anche se addosso a me non è mai stato.
Il cielo è azzurro e bianco.


Il tutto sta nel trovare un po' di felicità nelle piccole cose.







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giovedì 20 marzo 2008
Prima di andare a dormire
La notte è cominciata. Stasera proprio poco l'avevo aspettata.
Il mattino arriverà in un battibaleno, e mi sentirò come se avessi dormito ancor meno.
Stasera non voglio proprio raggiungere il letto. Stasera la solitudine starà seduta a guardarmi da sopra il tetto.
Non sarebbe più bello dormire con qualcuno? Sarebbe più bello, sì, ma non c'è l'ombra di nessuno.
E mi domando com'è che questi versi siano usciti fuori in rima. Non lo so, mi sento un po' stupida, ma intanto finiranno quanto prima.
Ora, però, è tardi; devo andare. Che la notte avrà la meglio devo accettare.
Nulla posso fare.
Nulla posso fare.
Nulla posso fare...





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posted by buИCiA at 00:03 | Permalink | 2 comments
martedì 18 marzo 2008
Chi cerca trova... qualcos'altro
Franz, il buon - ma per niente vecchio - Franz, mi ha suggerito di dare un'occhiata al mio contatore per scoprire tramite quali parole chiave gli inconsapevoli e più che mai involontari visitatori del mio blog arrivano fino qui. La proposta è stata divertente, per cui la colgo con molto piacere e mi accingo a scrivere le suddette parole. E chi volesse fare altrettanto con il proprio blog... almeno ci facciamo tutti un po' di sane risate!


Chi è arrivato fino qui cercava informazioni riguardo la salute:
- addormentamenti delle dita mani
- allergia al freddo
- allergia al nichel che mangio
- allergia bronzo
- allergia parietaria centro pavia
- infezioni dovute al piercing all'ombelico
- intolleranza al freddo
- rucola e nichel
- alimenti che non si possono mangiare con l'allergia al nichel
- alimenti che posso mangiare e dove non c'è il nichel o quasi
- allergia nichel pasta grano duro


Chi cercava luoghi o cose in generale a Torino (ma non solo):

- copisteria quadrilatero torino
- dove comprare il filtro per adsl a roma
- andare la domenica fuori torino
- cup molinette
- far colazione a torino
- londra negozi vinili
- torino copisterie aperte sabato
- studiare di domenica a torino
- copisterie aperte sabato torino


Chi cercava delle cose un po' particolari...:
- analisi di sento il sole dietro le imposte
- termosifoni bassi
- canzoni con mani
- dita lunghe e magre
- il sapore della neve
- obbligo di togliere il piercing sul posto di lavoro
- parlare con le mani
- piaghe d'egitto
- piercing ombelico se si strappa restano i segni
- usanze degli giovani ragazzi marchigiani
- mangiare farina cruda
- vorrei vedere delle pareti colorate
- andiamo a raccogliere il grano yutube
- immagini di persone senza muscoli
- peperoni come digerirli
- la nicotina è piu' forte di me
- shi tzu lov
- infibulazione foto




Qualcuno - chissà - magari cercava proprio me:
- buncia blog
- simona



E poi ci sono i miei preferiti; quelli che cercavano l'amore:
- le mani nell'amore
- hai una bella pelle che mi ricorda l'estate, miss
- le tue mani ancora
- ricordi amore
- amore mio perche non ci sei?
- illusioni d'amore

- fame amore
- parlando di amore
- sei tu amore mio
- è il mio compleanno ma tu amore non ci sei...
Per oggi concludo così, accennando a un sorriso; a dando la buonanotte a chiunque passi di qui. Volente o per sbaglio.



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posted by buИCiA at 22:15 | Permalink | 5 comments
domenica 16 marzo 2008
Non è già domani

Domenica sera...

Cena da un'amica e poi a casa; divano e tv. Mentre tornavo indietro l'aria fredda mi ha costretto a tirare la cerniera del giubbotto su, fino al mento. Aria fredda, sì, ma è quell'aria che preannuncia la primavera. Non è poi così spiacevole...
Domani credo sarà una noiosa giornata lavorativa, fino a quando diventerà un noioso pomeriggio di studio. Adesso Gilda è qui con me, coricata con il capo sul mio piede. No, mi correggo: adesso non lo è più, è scesa per terra; cambia spesso posto per dormire. La osservo, mentre inarca le sopracciglia e poi richiude gli occhi. Con quel naso piccolo, nero e schiacciato. Mi fa sorridere! E mi piace stare con lei. E' una buona compagnia. La sua presenza mi fa stare bene anche quando sono di pessimo umore.

Domenica sera, che tra non molto diventerà notte. Domani comincerà una nuova settimana; non mi va. Domani la sveglia suonerà presto; e non mi va. Domani, da sotto le coperte, farò una smorfia quando la sveglia suonerà acuta e irriverente, lottando inutilmente contro un tempo tiranno che mi impedirà di dormire ancora; e non mi va.
Rimpiango già la brevità del week end. Come se fosse già domani. E tutto questo nonostante sia domenica.

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sabato 15 marzo 2008
E brucia tanto che manca l'ossigeno

Non scrivo. Non leggo. Non studio. Non.
E' solo trascinare.


E non riesco a fare di più.




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posted by buИCiA at 09:35 | Permalink | 5 comments
giovedì 13 marzo 2008
And the sun will set for you
Due giorni che non scrivo. E' poco? Mah, direi che è relativo. Per me comincia ad essere già un po'di tempo... Come quando clicco uno ad uno i miei blogroll e trovo che i loro blog non sono aggiornati da qualche giorno. E penso: possibile che oggi non ci sia stato nemmeno un pensiero valido da pubblicare?! Qualsiasi tipo di pensiero.
In questi due giorni io ho avuto solo della sfiga e dei pensieri negativi. Non parlerò nè dell'una nè degli altri, però. Ma non ho avuto solo quelli. Ho avuto anche un pensiero positivo quando, qualche ora fa, ri-uscendo in macchina per fare una cosa che poi non ho potuto fare, ho guardato dal mio specchietto retrovisore e quello che ho visto è stato gradevole; ha infuso in me un po' di serenità.
Una lunga coda di auto, con le loro luci di posizione e gli stop accesi, e in fondo, in fondo, tra gli edifici e gli alberi, un cielo arancione bello, ma proprio bello. Un tramonto come da qualche tempo non mi capitava di vedere. Come non sempre si riesce a vedere, nel mezzo della città, del suo traffico e delle sue luci finte.
Questo è stato il mio pensiero positivo di oggi. Un po' troppo semplice?! Mah... direi che anche questo è relativo.

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martedì 11 marzo 2008
Dove ogni strada sa condurre sino a te

Aveva voglia di piangere. Aveva voglia di urlargli in faccia tutta la sua disperazione. Aveva voglia di dare sfogo a quell'occhio che fino ad allora era riuscito a mentenersi solo un po' lucido. Il perchè non lo sapava. O forse lo sapeva, ma non voleva ammetterlo.
Non voleva ammettere che l'amore è questo. L'amore è disperazione. L'amore è assenza, anche con l'altra persona accanto. Anche con lui coricato affianco, l'amore era già paura del momento in cui lui si sarebbe alzato per andare via. L'amore è la paura del vuoto quando l'altro, o l'altra, non c'è. L'amore è questo. L'amore. E'.
Non riusciva a non pensarci, ma cercò di scacciare via il pensiero, prendendo ad accarezzarlo sulla guancia e facendosi guardare. Lui sorrideva. Forse non credeva lo stesso. Forse per lui l'amore era tutt'altro. Cercò di non pensarlo, e continuò ad accarezzargli il collo, e giù sulla schiena.
D'altronde lui stava ancora sorridendo, perchè avrebbe dovuto aver paura? Di cosa? Erano solo loro due. Lui e lei. Siamo solo noi due, lui ed io; pensò.
Siamo solo tu ed io, disse. Tu. Io. You. I. Mr U e Miss I.

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lunedì 10 marzo 2008
Odio il lunedì

Un pomeriggio (se non, addirittura, un giorno intero) all'insegna del niente.

Ma quando arriva la primavera?






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posted by buИCiA at 18:07 | Permalink | 12 comments
Quelli che
Quelli che... ma sei vegetariana?!
Quelli che... e da quanto lo sei? Sei anni? Così tanto?!
Quelli che... e perchè non mangi carne? Tanto è la catena alimentare, e l'uomo è in cima ad essa; è giusto che noi umani mangiamo gli esseri che ci sono inferiori.
Quelli che... ma il pesce lo mangi... Ah, non mangi nemmeno il pesce? Ma dai, dì la verità, che il pesce ti piace...
Quelli che... e i derivati? Ah, ecco, perchè se no saresti... come si dice?! Vegana, già, vegana. Quindi tu i derivati li mangi? Ma le uova? Mangi anche le uova?
Quelli che... ma anche la verdura è viva. Non dovresti mangiare nemmeno la verdura!
Quelli che... io non vi capisco, voi vegetariani. proprio non vi capisco. No, adesso spiegami perchè non mangi carne. E' stupido non mangiare carne, e poi rovinarsi il fisico col colesterolo alto, perchè ci si ammazza di latticini al posto di mangiare della carne!
Quelli che... ma intanto, secondo me, non sarai mica vegetariana a vita. Figurati se riesci a non mangiare carne per il resto della tua vita!! Nooooo, non lo sarai mica a vita!

Ma quelli che si fanno i cazzi propri anzichè farsi i cazzi miei, senza sentenziare saccentemente sulle mie scelte, non esistono?!


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posted by buИCiA at 00:00 | Permalink | 11 comments
domenica 9 marzo 2008
Baccagliau (a buon intenditor...)
Ho ancora una mezz'ora di tempo, su per giù, per scrivere qualcosa prima di uscire per cena. E lo faccio soprattutto per accontentare una certa amica che oggi mi ha già sollecitato due volte a scrivere sul blog. Ne ho bisogno, mi ha detto. E io l'accontento con immenso piacere, perchè sono contenta che lei mi legga, e perchè nn è scontato che le persone che ti stanno più accanto si interessino di quello che a te interessa. Ma qui aprirei una parentesi troppo vasta... quindi la chiudo immediatamente, dedicando questo piccolo post a lei, quella certa amica...
E' vero, non scrivevo da giovedì. Ma ho avuto un venerdì di dieci ore lavorative e un sabato passato a Torino, con successiva serata a stare quaranta minuti in macchina alla ricerca di un locale che poi non è stato assolutamente trovato. La ricerca è stata, però, motivo di un sacco di risate. E mentre la maggior parte delle donne sarà stata in giro con propri simili a festeggiare la di loro - di noi - festa, io sono uscita in compagnia con tre amici maschi; un po' perchè ieri eravamo in pochi intimi e un po' perchè mi oppongo alle tradizioni che a loro volta si impongono come obblighi. L'occasione per stare solo con le mie amiche, volendo, ce l'ho al di fuori di queste feste dedicate.
E l'ultima l'ho avuta proprio ieri pomeriggio. Lei è arrivata brancandomi con le braccia, mentre io ero ad aspettarla seduta su una panchina in Piazza Castello. Ho visto il suo braccio planarmi addosso e cingermi a sè, senza nemmeno avere il tempo di riconsocerla e di vederla in faccia. Ma chi altri avrebbe potuto abbracciarmi a quel modo e dirmi che le ero mancata tanto?
Abbiamo trascorso uno di quei pomeriggi in cui si sta a parlare di tutto: dei libri, degli scrittori che scrivono i libri, del lavoro, delle vacanze passate assieme e di quelle che si passeranno assieme. Abbiamo trascorso uno di quei pomeriggi in cui si sta a ridere di tutto (soprattutto di quando dimentichi qualcosa in un bar e ti tocca correre all'impazzata per tornare a recuperarlo prima che qualcuno te lo ciuli...).
Ora quella fatidica mezz'ora è passata, altre amiche mi hanno invitato a sbrigarmi per raggiungerle e mangiare insieme. Quindi io saluto, e vado.
Non prima di aver ringraziato chi mi ha fornito l'atteso dvd con il film di Santa Maradona, però. Prima di andare a dormire di sicuro ne guarderò qualche pezzo; era da troppo che mi mancava!

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giovedì 6 marzo 2008
La soluzione
Il sole comincia a svegliarsi alle sei e mezzo del mattino. Esco allo scoperto prima io di lui, ma non è affatto male quando inizia a scaldare dal finestrino, un po' oscurato e non troppo pulito, del treno.
Arrivo a Pavia. Quello che vedo dalla stazione all'ospedale non mi permette di avanzare ampi giudizi, eppure trovo che sia una bella città; una città non troppo grande, che mette a propio agio, un po' come la mia. Ma più particolare della mia; sicuramente molto di più. E sono consapevole del fatto che esprimo questo pensiero per via di un'abitudine infelice che mi fa apprezzare tutto ciò che differisce da questo luogo.
Arrivo al policlinico, giungendo al padiglione della clinica allergologica dopo aver camminato in mezzo ad altri padiglioni. Mi piacciono gli ospedali che sono strutturati in questa maniera: non all'interno di un'unico triste palazzo, ma divisi per settori; mi ricorda un po' l'organizzazione di una caserma, ma anche una sorta di villaggio. L'impatto, nel complesso, è positivo ed è già qualcosa, per un ospedale. Almeno l'ambiente deve - dovrebbe - essere confortevole.
Faccio quello che devo fare e aspetto il tempo che devo aspettare. Poi finalmente ho l'esito.
Problema: una fastidiosissima dermatite che da tempo mi stava devastando le mani.
Soluzione (o, meglio, causa del problema da cui potrà arrivare la soluzione): allergia ai profumi.
La dottoressa che mi espone la diagnosi mi dice che devo cambiare cosmetici, detergenti igienici e detergenti per gli indumenti. Non sarà facile trovare prodotti che non contengano alcuna traccia di un qualche profumo, ma penso anche che non sarà nemmeno impossibile. E, soprattutto, nonostante un primo scoraggiamento, credo che poteva andarmi peggio (e lo dico compiendo allo stesso tempo un gesto scaramantico, che nella vita non si sa mai...). Dovrò pestare un po' di attenzione, portare sempre con me un sapone apposito per evitare quelli ultrachimici che si trovano nei bagni dei locali, del posto di lavoro, ecceteraeccetera.
Fuori dall'ospedale, ho ancora quasi due ore da far passare prima di riprendere il treno. Faccio un giro in centro e mi addentro in una farmacia per incominciare a rifare il mio beauty: compro quattrotrucchiquattro e spendo cinquantasette euro. Nella mia testa Sora Lella esclama un "Annamo bbène!!!". D'ora in poi la mi agiornata sarà un decrescendo di umore e un crescendo di sfiga: il treno che si guasta in un posto dimenticato da Dio e l'ora d'orologio che occorre attendere per l'arrivo del treno successivo; il conseguente ritardo al lavoro che mi costerà di rimanere in ufficio fino alle sette; un'altra tappa in farmacia per comprare shampi e saponi senza profumo che mi costeranno altri trenta euro...
Quando rimetto finalmente piede in casa, sono le otto di sera. Decido di evitare la razione quotidiana di studio, e questo peserà sui sensi di colpa, ma nemmeno poi tanto. La stanchezza accumulata non sarebbe produttiva; vorrà dire che mi impegnerò un po' di più nei giorni a venire (anche se a parole è tutto facile, nei fatti, poi, bisogna vederlo, questo impegno...).
Direi che ora sono pronta per andare a dormire. Anzi, tolgo il condizionale, mi butto sotto la doccia e saluto. Domani è fin troppo vicino.

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mercoledì 5 marzo 2008
Resta ancora

Commise un po' di infrazioni stradali. A ben guardare, sarebbe stata roba di poco conto: passò con il semaforo arancione; tentò di superare un'auto sulla destra (non riuscendoci); lasciò la quarta anche per percorrere una curva in cui sarebbe stato più conveniente scalare qualche marcia... Sarebbe, perchè Miss I cercò comunque di mantenere uan certa prudenza. Corse, sì, ma voleva arrivare dove voleva arrivare; insomma, doveva arrivare!
Le luci del cruscotto mostravano la strada a un tramonto rosso e rosa e azzurro tenue. Alla radio, una Patti Smith ancora giovane rincorreva (o anticipava, dipende dai punti di vista) la corsa di Miss I.
Mancava poco all'appuntamento, e poco sarebbe mancato anche alla sua fine.
Because the night belongs to lovers
Sessanta, settanta e poi anche ottanta all'ora. In tratti che avrebbero consentito solo un cinquanta.
Because the night belongs to lust
Ancora una curva e poi un rettilineo. E poi Miss I si sarebbe fermata. E sarebbe arrivato Mr U. Sarebbe arrivato?
So touch me now
Non ancora. Si guardò intorno, preoccupata.
So touch me now
L'azzurro tenue cominciò a divenire blu intenso. Solo il blu, e nessuna traccia umana.
So touch me now
Poi la portiera dell'auto si aprì. Un sorriso dritto e bianco rese il buio un po' meno buio. E la clessidra del tempo tardò a far calare gli ultimi granelli, per loro.
Because tonight there are two lovers...

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martedì 4 marzo 2008
L'amaro tra i denti
...Il vuoto delle tue certezze
tra le tue pareti
che ora inchiodano il silenzio tra noi due...



...In quali silenzi rieccheggia
la rabbia delle tue certezze...



Non senti il rumore degli anni che abbiamo perso?


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lunedì 3 marzo 2008
Per questa domenica di sole

Come posso spiegare la giornata che ho avuto, che è stata ricca di cose e di persone (e di cioccolata, soprattutto è stata ricca di cioccolata!), sapendo che è da poco passata la mezzanotte, e che domani mi sveglio alle sei e devo essere lucida per guidare, e che non posso stare qua e scrivere per almeno mezz'ora - se non di più - e poi leggere e scaricare sul computer la foto che ho fatto - o le foto - e che vorrei mettere qui per ricordare... e per far vedere... e per narrare?!
Ora non posso, è troppo tardi.


E tutto sto casino solo per essere stata alla Fiera del cioccolato, solo per essere stata a Torino...?


Sarà che per me non è mai "solo".
Sarà che io ero già felice quando vedevo il Monviso (sempre ammesso che fosse davvero lui, e non un'altra montagna...) dall'autostrada.
Sarà che oggi mi hanno chiamato "navigaTorino" e la cosa mi ha fatto sorridere, ma a un certo punto sembravo davvero una sorta di ibrido tra una guida turistica e un navigatore satellitare...
Sarà che, alla fine, quella affetta dal malditorino sono io, ma tutti si sono depressi all'idea di dover ritornare qua, e la frase detta maggiormente è stata "Però, Torino è proprio bella"...
Sarà che magari domani continuerò a scrivere di oggi, perchè son stata proprio bene.



Ma anche no. La dose di torinesità domani sarà finita. Ma non importa; la prossima volta ne farò una scorta ancor maggiore.





(Grazie a Ikol22 per la foto)

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sabato 1 marzo 2008
Il mattino, in punta di piedi
Seduta al tavolo di un corridoio all'interno di un palazzo che, generalmente, rimane chiuso, di sabato. Leggo e scrivo, aspettando l'ora di poter andare finalmente a casa.

In lontananza (ma poi non così tanto), ascolto il vociare di una riunione in corso. E' un vociare che viene espresso con la lingua italiana, ma comprende accenti brasiliani, marocchini e uno, in particolare, è un accento piemontese. Torinese. Suona proprio come l'accento che ha Samuel quando parla, anzichè cantare.
Quando l'"accento torinese" uscirà da quel salone e si svelerà a me al di qua di quelle porte, so già che la sagoma cui appartiene non mi piacerà così tanto come ora apprezzo il sonoro rimbombare della voce senza il corpo. Quindi per ora ascolto; ancora un po'.

E mi approprio di una torinesità che mi manca. E che, quanto prima, cercherò di recuperare (almeno a livello uditivo e visivo). Magari già domani, chissà?


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