i miei pensieri, nell'etere
mercoledì 27 maggio 2009
E non so come||non so dove, ma arriverò puntuale


Grazie a Misi@ per avermela "prestata".

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posted by buИCiA at 00:45 | Permalink | 11 comments
venerdì 22 maggio 2009
Lo so che il mio amore è una patologia
Mi piace l'odore della tua pelle. E mi piace l'odore della tua pelle quando hai preso quel po' di abbronzatura che te la rende colorita; non scura, ma più dorata. Mi piace il sapore della tua pelle. E mi piace il sapore della tua pelle quando arriva quella certa ora, nella giornata, che rende più imperfetti di quanto sicuramente lo si era alla mattina presto, prima di passare in mezzo al traffico, alle telefonate di lavoro, ai pranzi veloci siano essi fatti a casa o in ufficio, alle decine di pagine viste al computer, alla spesa dell'ultima ora, alla vita. Mi piace che il tuo odore e il tuo sapore si mischino. E mi piace che il tuo odore e il tuo sapore si mischino su di me.
Mi piacciono le tue braccia. Mi piacciono le tue mani, quando passano sopra le cose per togliere quel po' di polvere che le avvolge. Mi piacciono le tue guance. E mi piacciono quando si strofinano contro le mie.
Mi piace il tuo naso. Mi piace la tua bocca. Mi piacciono i tuoi denti. E mi piacciono quando si aprono per pizzicare me.
Mi piace la tua voce. Mi piace quando è vicina a me. Mi piace quando ridi. E mi piace quando ridi con me.
Mi piacciono le tue camicie. E mi piacciono le tue maglie. Non mi piacciono sempre le tue scarpe. Ma mi piace quando le fai muovere per arrivare a me.
Mi piace il tuo collo. E mi piace quando hai la barba incolta. Non mi piace quando la tua barba mi punge. Ma mi piace che il segno rosso che mi rimane dopo sia indice del fatto che sei stato su di me.
Mi piace ascoltare le canzoni insieme a te. Non mi piace che ogni tanto abbassi il volume, e chissà poi perché. Ma mi piace che qualsiasi musica presente, con più o meno watt, lo sia mentre siamo presenti anche io e te.
Mi piace quando mi cerchi. E mi piace sapere che quando non ci sono ti manco. Non mi piace sempre che tu manchi a me. Ma mi piace l'assenza, perché poi la posso riempire con te.

E poi Mister U si rigirò nel letto, spostandosi lievemente dalle braccia di Miss I. Non si svegliò, ma il suo movimento bastò a interrompere la di lei pensierosità. Miss I allungò giusto un braccio per arrivare all'interruttore della lampada sul comodino, e fece buio. Su tutto.



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posted by buИCiA at 19:21 | Permalink | 10 comments
mercoledì 20 maggio 2009
Per dirla alla Vasco
Ho cominciato ad assaporare la primavera, ma in realtà è già quella che sta diventando estate. Ho gustato i discorsi davanti a una pagina elettronica, quelli al caldo su una coperta stesa per terra, improvvista per un picnic a tema; ho assaporato i saluti sorridenti inviati con la mano a partire dalle labbra, il cielo riflesso nel nutrimento di qualche campo irrigato...
Ho gustato anche la fatica, perché anche quella può essere gustata. Il ritorno a casa quando il tramonto si accende a tarda serata. Il rallentamento delle ore che arrivano più tardi e che nonostante questo sembrano presto. Le pagine di un buon libro. La stessa musica sentita mille volte e riscoperta più bella ognuna di queste. Basta poco per gustare la semplicità.

E poi ho sentito una vecchia canzone all'interno di un film tutto sommato ancora nuovo. Cosa resterà di questi anni Ottanta, domandava. Ed io mi chiedo cosa resterà di questi anni Zero.
O, per dirla alla Vasco*,
cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni Zero?

* Brondi, però.

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posted by buИCiA at 22:06 | Permalink | 4 comments
lunedì 18 maggio 2009
La [mia quarta] fiera
E io lo avevo detto, a Franci, che oggi sarebbe stato peggio. Che ieri sono tornata a casa in macchina, in compagnia, e non ho ho avuto il tempo e il modo di pensare, e non ho dovuto aspettare il treno, da sola, in stazione, mentre il cielo che diventava sempre più nuvoloso avrebbe fatto capire che, come ogni anno, anche per questo la Fiera del libro è giunta alla fine. Che, dopo le cose belle, la nostalgia se ne sta sempre lì, in agguato dietro qualche muro a prenderti e portarti via da tutto e da tutti, per un po'. Ti rapisce e ti mette in prigionia, senza pane nè acqua, solo con i pensieri e quelli che sono già diventati ricordi. E ti fa nutrire solo di loro, senza farti capire se la cosa ti faccia sentire meglio o peggio.
"Da come ne parli, pare quasi che ti brillino gli occhi", ha osservato qualcuno, dopo che gli avevo raccontato un po' di cose di queste due giornate trascorse con amici e amiche in mezzo agli stand, a cercare altri amici - perché i libri sono miei amici -, a seguire gli incontri degli scrittori, e non solo, a divertirsi, a ridere, a parlare, a sudare [temperatura altissima, dentro quei padiglioni].
Ci sono certe giornate, nell'anno, che sono migliori delle altre, o sono più particolari, e lasciano il segno dentro. E io non so come spiegarlo bene, e so che, forse, può risultare di non facile comprensione, ma è così; non so che altro dire, se non assicurando che è proprio così.
E' come l'estate. Come le vacanze. Come l'ultimo giorno di scuola, o come il primo. Sai che dovrai aspettare un anno prima di riavere quei momenti, anche se questo non toglie che potranno essercene di altri altrettanto e forse anche più belli. Ma non esattamente come quei momenti.
E sì che adesso passerà. Certo che passerà. Per il momento questa sensazione è ancora qua, ma passerà. La forza di gravità porta giù tutto. Porterà giù anche questa tristezza.



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mercoledì 13 maggio 2009
Parlami dell'universo
Della primavera mista all'estate. Dell'aria fresca che suona le fronde degli alberi. Delle braccia scoperte che fremono lì dove il cotone non le tocca.
Del caldo silenzioso rotto quasi solo dalla natura.
Di maggio, che non ha fatto in tempo ad arrivare che è già quasi giugno. Dell'arancione di questo evidenziatore. Di questi stupendi fiori rubati alla terra che già stanno appassendo [ognuno va incontro al proprio destino].
Dei ricordi che conducono all'anno scorso, e ad ancor prima. Dei tramonti e degli odori osservati e respirati dai binari in corsa.
Dell'attesa. Della sorpresa. Dell'avanzare incerto del cuore. e di tutti gli organi che lo seguono, accecati dalla fiducia.
Del profumo che fa la pioggia quando tocca l'asfalto e si risolleva, per poco, in alto. Di domani, di dopodomani, e di dopo ancora. Di oggi e di adesso. Del tempo perso.
Della sospensione dei pensieri e di quello che ci sta dentro.
Di tutti e di nessuno.
Del nulla. Di nulla.

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