i miei pensieri, nell'etere
martedì 30 settembre 2008
Alla fine
Il modo migliore per terminare le cose è non prendere consapevolezza del fatto che stiano per finire, del fatto che ci sia un addio in corso; del fatto che sia proprio l'ultima volta.
E' come d'estate, quando mangio l'ultima volta l'anguria o faccio per l'ultima volta il bagno in piscina o al mare. Ma non lo so che è l'ultima volta. Penso che di sicuro ce ne sarà almeno un'altra. Così lo faccio e basta, senza pensare. E poi arriva il momento in cui capisco che un'ultima ufficiale volta in cui ho mangiato l'anguria o fatto il bagno non c'è stata, e mi tocca aspettare l'estate successiva per godermi quei momenti. E allora penso: cacchio, avrei potuto pensarci, che quelle erano le ultime volte.
Ma alla fine è meglio così; è meglio se non si sa. Se non lo si sa, la malinconia non arriva a fregarti.

Oggi è finita una cosa. Oggi è finito un anno di lavoro. Un anno in cui mi sono spesso annoiata e spesso sono rimasta insoddisfatta dal tipo di mansioni che mi toccava svolgere; un anno in cui a volte ho pensato anche di mollare e di cercare qualcos'altro... Un anno in cui, però, ho conosciuto delle belle persone; un anno in cui sono stata a stretto contatto con loro (nel vero senso della parola, dato che eravamo in tre sulla stessa scrivania!); un anno in cui si sono condivise delle cose, dei discorsi, delle risate - tante risate. Un anno.
Un anno, cazzo. Può sembrare tanto, può sembrare poco... A me oggi è sembrato un giorno solo; solo un giorno.
E poi, a metà mattina, arriva il responsabile ad invitare me e la mia collega a seguirlo. E troviamo lì la maggior parte dei dipendenti, che ci accolgono intorno ad un tavolo con un vassoio pieno di focaccine ed uno pieno di bicchierini di caffè. E ci portano un mazzo di fiori a testa; un bellissimo e profumatissimo mazzo di fiori.
Un'informale quanto gradito discorso di ringraziamento e poi, più tardi, un pranzo. Tra pochi intimi; i migliori, però.
Ritorniamo indietro, ed è per andare a prendere il mazzo di fiori e la cartellina che ho sempre tenuto lì, che reca il mio nome e che contiene un po' di cose mie; non mi serviranno più, ma credo che mi farà piacere dar loro un'occhiata, di tanto in tanto.
Così, mentre i "pochi intimi" sono in un altro ufficio, io entro in quello che per un anno e fino ad oggi è stato (anche) il mio. Lo guardo; lo guardo bene. Mi siedo sulla sedia rossa, la mia sedia. Dico uno stupido "Ciao ufficio" mentre nessuno può sentirmi. Esco, e ritorno dagli altri.
Mi siedo e mi alzo più volte. Si chiacchiera e sembra che il momento di andare via non debba arrivare; che non lo si voglia fare arrivare. E poi arriva anche quello. Ed è così strano. Non è triste. Non è felice. Un po' malinconico, questo sicuramente sì. Ma nessun aggettivo più di "strano" potrebbe descrivere al meglio questo istante.
Verso casa, guido piano. In macchina, alla radio, non trovo nessuna canzone che sia in sintonia con il mio umore. La troverò dopo, a casa. Con il silenzio, prima; e poi con i R.E.M., che ultimamente sanno farmi compagnia più e meglio di chiunque alto.

Non voglio renderla troppo melodrammatica; no, non voglio affatto che sia così. Voglio solo ricordare questa cosa, di cui ora ho piena consapevolezza. E ciò potrebbe anche non essere un bene. Ma oggi voglio che lo sia. Oggi finisce consapevolmente un anno. E probabilmente non è il caso di aggiungere altro.
Domani e dopodomani tornerò nello stesso posto, ma sarà per altro e in maniera diversa. Sarà soprattutto diverso. Così, quello che è stato fino ad oggi, lo fisso qui. E lo fisso con dei bellissimi colori e con un ottimo profumo.



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posted by buИCiA at 15:43 | Permalink | 6 comments
domenica 28 settembre 2008
Everybody here comes from somewhere

Avrei potuto mettere una foto. Non fatta da me, ma cercata su internet. Una di quelle belle, fatte da qualche fotografo professionista, in primo piano, con un'ottima risoluzione e magari anche un po' ritoccata per sembrare ancora più perfetta.
E invece no. Invece ho deciso di mettere un video. Di pessima qualità, girato col cellulare; uno di quelli in cui l'immagine non si vede bene ed il suono non si sente alla stessa maniera. Ma è il mio video. Io ero lì in mezzo.
E, alla fine, nel ricordo, quello che conta non è la perfezione; ma la sensazione.
E la sensazione - la mia - di stare lì in mezzo è stata così... così... supernatural superserious inexperience sweet delirious supernatural superserious wooooooooooooow


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sabato 27 settembre 2008
Zenone
Mi sono morsicata un'unghia nell'inconsapevole attesa di guardare il riflesso su di una vetrina spenta. E duole, ora.
Il silenzio crudele di parte dell'umana specie zoppica nella notte, e nonostante questo sa come riuscire a non farsi prendere. Un gioco perverso in cui Achille non potrà mai raggiungere la tartaruga.
La fame è immateriale. E l'unica bocca a nutrirsi sarà quella dello stomaco.
Il freddo non passa. Nemmeno se lo si prova a curare con una coperta e con una potente pastiglia antiinfluenzale. Ma a volte il gelo rimane l'unica soluzione per smaltire gli eccessi dei numeri in rubrica.
Il sonno cade piano e lento sul ticchettio dell'orologio. E il futuro, che paradossalmente aprirà gli occhi su un'unione, scinderà le parti chimicamente.
E qui mi fermo. Prima di mettermi a cancellare tutto.


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mercoledì 24 settembre 2008
Non ci sono esplosioni qui
Nothing unusual, nothing strange
Close to nothing at all
The same old scenario, the same old rain
And there's no explosions here

Una porta lasciata alle spalle. Ed una canzone che comincia a suonare.
Per chi sta suonando? Suona forse per voi? O suona forse per... noi?

Nothing unusual, nothing's changed
Just a little older that's all
You know when you've found it,
There's something I've learned
'Cause you feel it when they take it away
Something unusual, something strange
Comes from nothing at all
But I'm not a miracle
And you're not a saint
Just another soldier
On the road to nowhere

No. Credo suoni solo per me. Solo per me.

And read me the story of O
And tell it like you still believe
That the end of the century
Brings a change for you and me

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lunedì 22 settembre 2008
Make the connection
Mi sono presa un'ora e mezza. Ed ho guardato questo video, suggeritomi da Bleek e postato da Hotariuccia all'interno del suo blog.
Generalizzerò la tematica che riguarda dicendo che gli argomenti che tocca sono inerenti al modo in cui la specie umana tratta la specie animale. E avviso coloro che lo guarderanno del fatto che l'unica cosa gradevole che perverrà ai loro sensi sarà la voce narrante di Joacquin Phoenix. Ma quello che narra e quello che viene illustrato non sarà affatto piacevole. Io ho pianto per un terzo della durata del documentario. E per tutto il tempo ho guardato il timer sperando che giungesse il più presto possibile alla fine. Talvolta mi sono dovuta girare o coprire gli occhi. Ma l'ho guardato tutto. Tutto.


E vorrei poter avere questo video a disposizione ogni volta che qualcuno mi chiede "Perchè sei vegetariana?!".
Vorrei poter capire perchè gli uomini, definiti come facenti parte della specie più sviluppata e raziocinante presente sul pianeta Terra, sono in grado di fare volontariamente cose del genere.
Vorrei poter vedere quante persone rimarrebbero carnivore se dovessero uccidere da sè gli animali che diventeranno il loro cibo.
Vorrei essere più sensibilmente perfetta quando, non riuscendo a trovare capi di abbigliamento non provenienti da animali, quali cinture o scarpe, mi rassegno a comprarli in pelle.
Vorrei.
Mi sono presa un'ora e mezza. E ad un certo punto mi sono messa Gilda in grembo e l'ho accarezzata tanto. Ringraziando - anche se non so bene chi, o cosa - dell'aver fatto nascere la sua anima all'interno di un corpo canino e di averla fatta capitare all'interno di questa casa, dove non ci sono persone che si definiscono "padrone" del suo essere e che la considerano inferiore al proprio, ma che le fanno compagnia; esattamente come lei ne fa a quelle persone.
Proprio non riesco a capire come si possa fare del male a degli esseri dotati di occhi. Come li si può guardare negli occhi, e poi causare loro della sofferenza, e uccidere?
Siamo tutti terrestri. Fate il collegamento.

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posted by buИCiA at 17:21 | Permalink | 11 comments
domenica 21 settembre 2008
A volte è difficile dare un nome alle cose. O un titolo ai post
E così ora sono qui davanti, ma non so bene cosa mettermi a scrivere (e quindi?).
Che poi, alla fine, a cosa mi serve scrivere? A volte potrebbe sembrare che io stia qui a parlare di me... Il solo pensiero mi imbarazza. Mi fa sentire terribilmente egocentrica (ma non lo sono, assicuro; non tollero troppo gli egocentrici. Non potrei mai tollerare me stessa in questa versione). Scrivere mi serve. Ma non per parlare di me. E' per sfogare claustrofobiche tachicardie celebrali che lo faccio. Per questo.

E allora? Che mi metto a raccontare?
Ieri sera c'era odore di legna bruciata nell'aria (è l'odore dell'autunno). La domenica ha sempre un non so chè di nostalgico addosso. Se lo porta sempre dietro (chissà che peso per lei; lo è già solo per me).
Stasera cena a base di pizza e caramelle in un locale dalle rosse pareti (mi piacciono i posti colorati). Qualche risata prima di ritornare a casa (mi piace ridere). Stasera, tra i volti, ti ho cercato (ma non ti ho trovato).
Continuo ad ascoltare questa canzone cercando di seguirne il testo, ma dopo la prima strofa mi perdo (mi piace perdermi nelle canzoni). E' peggio di una droga ('cause if I find_if I find my own way_how much will I find_if I find_if I find my own way_how much will I find You_yooouuuu).
Domani comincia già l'autunno?! (Anzi), oggi. Giò oggi (e con ciò?).
E le passeggiate con Gilda al chiaro di luna. Nonostante il freddo, e lo scoppiettio interminabile dei motorini che corrono nella notte, può diventare piacevole passeggiare nelle sere di metà settembre. Si sente il cambiamento. Cambiamento di cosa? Mah, il cambiamento (in generale).
Sto farneticando, forse. Massì, d'altronde nessuno di noi è mai comprensibile fino in fondo. Talvolta non mi capisco neppure io. Rimango lì seduta, con quell'enorme sfera di accecante bellezza che mi illumina da sopra la testa. Con Gilda, che mi si siede accanto, immersa anche lei nei suoi pensieri. E penso - pensiamo - : e poi?

E poi... boh?! Chi lo sa? Que sera, sera.


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posted by buИCiA at 00:57 | Permalink | 9 comments
lunedì 15 settembre 2008
I’m not sure all these people understand


Don't wake me with so much
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posted by buИCiA at 18:32 | Permalink | 10 comments
A quest'ora sono svegli solo i vampiri
Ho deciso che stanotte andrò a dormire senza lavarmi i denti.
Solo perchè a volte è salutare contraddire i propri sani principi.

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posted by buИCiA at 02:10 | Permalink | 7 comments
domenica 14 settembre 2008
Sfumature
E così sei arrivato, settembre.
E all'inizio non ti sei fatto sentire, con il caldo e il ricordo dell'estate ancora fresco negli occhi. E poi, forse, hai sentito l'esigenza di farti sentire di più. E così hai dato spazio alle gocce d'acqua, e all'aria più blu sul volto. Più blu. Come le nuvole grigie di ieri, che non erano totalmente grigie, ma portavano con sè un po' di blu e un po' di quasi nero. Quasi.
Ed era - è - un grigio particolare, steso sopra gli edifici, e gli angoli alti della città. Ed era - lo è ancora? - un grigio niente male. Perchè non sempre l'azzurro è il colore più adatto per costituire la cornice delle cose del mondo.
E così sei arrivato, settembre. Ma non avere fretta di andare via. Rimani qui ancora un po', a sublimarci con la tua compagnia.
Rimani qui. Ancora un po'.

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posted by buИCiA at 11:59 | Permalink | 2 comments
venerdì 12 settembre 2008
Good time for a change
Ci sono delle volte in cui si sente il bisogno di cambiarsi d'abito, e allora ci si immerge nello shopping. Ci sono delle volte in cui si sente il bisogno di cambiare trucco. O taglio di capelli. (E personalmente consiglio ciascuna di queste tre cose in caso di delusioni d'amore varie; possono essere davvero salutari per il morale). E ci sono delle volte in cui si sente il bisogno di cambiare... colore; e configurazione; e.
E così io e il mio blog sentivamo di dover cambiare. E ci siamo rifatti il look.
Niente di troppo impegnativo. Niente set fotografici. Niente video. Niente canzoni che partono a suonare appena ci si collega. Niente di stravagante... Solo i post ed io.
Qualcosa, nel cambio, è andato perso. Quindi, se eravate tra i miei blogroll ed ora non ci siete più, scrivetemelo qui. Se non eravate tra i miei blogroll ed ora volete esserci, scrivetelo qui. Se avete dei linkuriosi da consigliarmi (alcuni di quelli che avevo prima non li ricordo più), fatelo qui. Se, semplicemente, non avevate niente da fare e siete passati da queste parti, e avete voglia di scrivere qualcosa, scrivetelo qui.
E a te che da lontano (ma nemmeno troppo) mi hai aiutato a "fare il cambio di stagione nell'armadio", che altro dire, se non un piccolo quanto infinito...

?

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posted by buИCiA at 20:53 | Permalink | 13 comments
lunedì 8 settembre 2008
L'ultimo .
Ed è difficile immaginare di riuscire anche solo a prendere in mano un altro libro, dopo che sei arrivato al punto che è proprio l'ultimo punto. E sai che dopo non ci saranno più a capo, nè maiuscole, nè virgole. L'inchiostro nero finisce. E nulla più.
E ti ha fatto ridere. Ti ha fatto pensare che bello. Ti ha fatto pensare che non è poi così bello come pensavo. E poi ti ha fatto piangere. Ti ha fatto piangere. E in una giornata bella come oggi proprio non avresti pensato che sarebbe stato possibile piangere.
E ora lo lascerai ancora un po' lì, accanto alla matita che hai usato per sottolinearlo. Come se dovesse ancora farti compagnia. Ma poi ti deciderai a riporlo. Un giorno, forse, riaprirai quelle pagine per provare lo stesso stupore, quando avrai dimenticato i particolari. Quando avrai dimenticato l'inizio. E spererai di ricordarne male la fine.
Ed è un libro. POtrebbe sembrare solo un libro. Ma non lo è. Non è mai solo un libro.


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posted by buИCiA at 19:37 | Permalink | 17 comments
domenica 7 settembre 2008
Per tutta la (loro) vita
All'inizio lui non sapeva a quale altezza tenere il bouquet per fare le foto. Si facava dare istruzioni dalla fotografa, e ascoltava serio. Poi qualcuno degli invitati gli si piazzava davanti con la propria digitale, e allora lui prendeva a salutare e a sorridere, sereno e... saltellante, come suo solito. E all'inizio lei era silenziosa. Non parlava molto, mentre aspettava dietro la facciata laterale della villa, a braccetto con suo papà, e in tensione per il momento in cui qualcuno avrebbe fatto loro cenno che potevano avanzare verso le gradinate dove lui avrebbe ricevuto la consegna della di lei mano da parte del di lei padre.
E poi si sono detti sì. E tutto è stato più facile.


E al buio illuminato da una luce proveniente dall'interno, dalle lanterne e da un faro puntato sulla fontana al centro del parco, sono stata a lungo a guardarli ballare. Mentre non finivano nemmeno un secondo di sorridersi, di chiacchierare, di baciarsi. E mi sono chiesta se possa esistere. Se possa esistere davvero quella cosa che senti per la stessa persona per il resto della tua e della sua vita.

E non è che sia riuscita proprio a trovare una risposta. Però ho continuato a guardarli. E per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare: wow...

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posted by buИCiA at 15:00 | Permalink | 9 comments
venerdì 5 settembre 2008
Parole trovate per caso in una notte di luce suffusa e ore piccole
 
posted by buИCiA at 18:18 | Permalink | 10 comments
giovedì 4 settembre 2008
Strange currencies
Bruciano in fretta.
Certi istanti bruciano in fretta. E anche la memoria che si ha di essi brucerà.
Nel frattempo si può sempre ripercorrere le parole dette. E i gesti compiuti. Nel frattempo si può cercare di evitare di pensare. Ma anche no. Perchè non è poi così spiacevole.
Nel frattempo eviti le azioni serie e dai modo alla tua mente di vagare. E ritieni che il senso di colpa può anche rimanere lontano da te, perchè non sempre gli si può permettere di avere ragione.
Nel frattempo ti chiedi se qualche pensiero altrui volerà su di te. E la risposta che ti dai è: probabilmente no. O sì. Chi lo può sapere?
Nel frattempo ti chiedi il perchè delle tue azioni. E la risposta che ti dai è: perchè spesso sono dirette da quella parte della personalità che non è razionale. E se fai quello che fai è perchè hai un cuore. Se non lo avessi, il cuore, non azzarderesti nemmeno.
Nel frattempo ti chiedi come si può trovare il modo.
[At my most beautiful. Find a way to make me smile].
E bruciano, bruciano. Bruciano ancora.

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posted by buИCiA at 17:11 | Permalink | 4 comments
martedì 2 settembre 2008
Piacere acustico
Adatto a questa luce opaca. A questo cambio di stagione. A questo meteo interiore.


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posted by buИCiA at 20:32 | Permalink | 7 comments