i miei pensieri, nell'etere
lunedì 22 settembre 2008
Make the connection
Mi sono presa un'ora e mezza. Ed ho guardato questo video, suggeritomi da Bleek e postato da Hotariuccia all'interno del suo blog.
Generalizzerò la tematica che riguarda dicendo che gli argomenti che tocca sono inerenti al modo in cui la specie umana tratta la specie animale. E avviso coloro che lo guarderanno del fatto che l'unica cosa gradevole che perverrà ai loro sensi sarà la voce narrante di Joacquin Phoenix. Ma quello che narra e quello che viene illustrato non sarà affatto piacevole. Io ho pianto per un terzo della durata del documentario. E per tutto il tempo ho guardato il timer sperando che giungesse il più presto possibile alla fine. Talvolta mi sono dovuta girare o coprire gli occhi. Ma l'ho guardato tutto. Tutto.


E vorrei poter avere questo video a disposizione ogni volta che qualcuno mi chiede "Perchè sei vegetariana?!".
Vorrei poter capire perchè gli uomini, definiti come facenti parte della specie più sviluppata e raziocinante presente sul pianeta Terra, sono in grado di fare volontariamente cose del genere.
Vorrei poter vedere quante persone rimarrebbero carnivore se dovessero uccidere da sè gli animali che diventeranno il loro cibo.
Vorrei essere più sensibilmente perfetta quando, non riuscendo a trovare capi di abbigliamento non provenienti da animali, quali cinture o scarpe, mi rassegno a comprarli in pelle.
Vorrei.
Mi sono presa un'ora e mezza. E ad un certo punto mi sono messa Gilda in grembo e l'ho accarezzata tanto. Ringraziando - anche se non so bene chi, o cosa - dell'aver fatto nascere la sua anima all'interno di un corpo canino e di averla fatta capitare all'interno di questa casa, dove non ci sono persone che si definiscono "padrone" del suo essere e che la considerano inferiore al proprio, ma che le fanno compagnia; esattamente come lei ne fa a quelle persone.
Proprio non riesco a capire come si possa fare del male a degli esseri dotati di occhi. Come li si può guardare negli occhi, e poi causare loro della sofferenza, e uccidere?
Siamo tutti terrestri. Fate il collegamento.

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posted by buИCiA at 17:21 | Permalink |


11 Comments:


  • At 22 settembre 2008 alle ore 17:49, Blogger Athaualpa

    Noi siamo quelli che uno strano dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Non siamo tutti terricoli, alcuni sono acquatici.
    Qui, dove é possibile tutto il male immaginabile, si tratta sempre di scelte.

     
  • At 22 settembre 2008 alle ore 19:42, Blogger buИCiA

    @gelato: già è (quasi) sempre questione di scelte.

    @bleek: ...

     
  • At 22 settembre 2008 alle ore 19:52, Anonymous Anonimo

    Sono cose che bisognerebbe guardare con una certa frequenza e mai dimenticare.

    Per quanto riguarda le ultime frasi che hai scritto, mi viene da pensare: considerando le sofferenze che l'uomo è capace di arrecare alla sua stessa "razza", come sperare che abbia un occhio di riguardo per l'animale? E quando qualcuno si dichiara vegano e poi piglia a pedate in faccia tutto il resto dell'umana progenie? Cosa gli si dice?
    Mi capita di pensare a quanta ipocrisia si nasconda dietro gesti anche coraggiosi...

    Non voglio generalizzare assolutamente, nè sollevare inutili polemiche; espongo solo delle amare riflessioni alle quali spesso mi trovo di fronte.

    Che sia tutta colpa del consumismo, di quell'imperativo "tutto e subito!" che ci spinge a trattare esseri viventi come se fossero tubetti di dentifricio? Chissà, forse...

    Ad ogni modo sono contenta di vedere qualcuno che ci tiene a queste cose e di averti in qualche modo aiutato a riflettere. ;)
    Saluti - H -

     
  • At 22 settembre 2008 alle ore 20:18, Blogger buИCiA

    @hotaruccia: io ci penso, spesso. soprattutto da quando sono diventata vegetariana.
    e penso che non è "solo" per via della catena alimentare (come mi sento spesso dire) che l'uomo ha la meglio sull'animale. se fosse solo per quello, allora si farebbe almeno il possibile per cercare di fare in modo che l'animale soffra. invece sono i soldi a dettar legge, e non l'etica e la morale. così si fa loro del male, perchè il tentativo di evitargli la sofferenza costerebbe di più.
    e poi penso a tante e tante altre cose. e sono contenta anche io di trovare qualcuno che la pensi come me. o che almeno abbia voglia di ragionarci su.
    nella maggior parte dei casi, le persone pensano al proprio stomaco e non hanno voglia di stare a sentire le mie ragioni; nè di sapere da dove arriva quello che hanno dentro il piatto.

    come vedi il discorso diventa molto ampio...
    grazie per lo spunto di riflessione. e per essere passata di qua.

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 01:10, Blogger Fabrizio Zanelli

    Talvolta però non si può scegliere. A chi si trova vivere l'inverno Siberiano o la favoletta di Babbo Natale in Lapponia con temperature attorno ai -40, sembra non sia prudente andargli suggerire l'uso di pelli sintetiche o del mitico Goretex. Ne andrebbe dell'incolumità dell'apostolo.

    Nè lo è andando propugnare una dieta di bacche a quelle popolazioni che di allevamento e pastorizia vivono. In tutti i sensi.

    Il problema è la misura. La pellicccia per andare a teatro e la criminale stupidità di chi sugli animali si accanisce non hanno né ragioni né, ancor meno, giustificazioni. Non nascondiamoci però dietro a un dito. Può far male e molto veder sperimentare medicinali o -assai peggio- cosmetici sugli animali ma fa anche comodo (e tanto) andare dal farmacista e chiedere un momendol.

    Del resto -e lo sappiamo tutti benissimo- i nostri nonni mangiavano il pollo, il coniglio e il pesce che loro cacciavano / uccidevano / pescavano. Noi nipoti non siamo peggiori se eliminiamo qualche passaggiuo della filiera ma soprattutto non siamo migliori se facciamo finta di non ricordarcene.

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 11:15, Blogger buИCiA

    Il problema, fabrizio, più di tutto, è il modo.
    Uccidere gli animali senza pietà, violando le leggi che stabiliscono come la loro uccisione debba rispettare determinate maniere non è il modo adatto. Tranciare via orecchie e code ai maiali o i becchi ai pulcini senza anestesia non è il modo. Dimmi quello che vuoi, ma nn è il modo. Mai.
    E che la pelliccia la portino i lapponi a -40 o le signore per andare a teatro, sempre di pelliccia trattasi.
    Gli uomini hanno costruito aerei, grattacieli, imabarcazioni enormi e pesanti che galleggiano sull'acqua, vanno nello spazio, e mi vuoi far credere che non sia possibile utilizzare abbigliamenti o strumenti che non siano costruiti con la sofferenza degli animali?
    Lo sai che per fare alcune pellicce prendono a bastonate i cuccioli di foca e mentre sono ancora coscenti li squartano, perchè in questo modo la pelliccia rimane più tenera?

    Se tu dovessi scegliere come morire, preferiresti farlo nella maniera più veloce e indolore possibile, o agonizzando per interminabili minuti e affogando nel tuo stesso sangue?
    Morire, si muore comunque. E' il modo che cambia.

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 13:50, Blogger Fabrizio Zanelli

    Dunque mi ripeto: ""...la criminale stupidità di chi sugli animali si accanisce non ha(nno) né ragioni né, ancor meno, giustificazioni."" Cosa altro dovrei aggiungere?

    Io che non son vegetariano credi forse sia d'accordo con chi sevizia gli animali?

    Non facciamo come quelli che appendendo una bandiera al balcone di casa durante la querra in Iraq si comportavano verso gli altri come se questi fossero stati d'accordo con la guerra.

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 15:01, Blogger buИCiA

    Dunque, che faccio, mi ripeto anche io? Ma anche no.



    E... guerra in Iraq?! Quale guerra in Iraq?!?
    E io che pensavo che quelle bandiere colorate fossero solo per una qualche moda di stagione! Che stolta!

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 15:59, Anonymous Anonimo

    Ode al suo aroma

    Mia soave, di cosa odori?
    Di che frutto?
    Di che stella?

    Presso
    il tuo piccolo orecchio
    o sulla fronte
    mi chino,
    ficco
    il naso tra i capelli
    e il sorriso,
    cerco di riconoscere
    la stirpe del tuo aroma:
    è soave, ma
    non è fiore, non è coltellata
    di penetrante garofano
    o impetuoso aroma
    di violenti
    gelsomini,
    è qualcosa, è terra,
    è
    aria,
    mele o legnami,
    odore
    di luce sulla pelle,
    aroma
    della foglia
    dell'albero
    della vita
    con polvere
    di strade
    e freschezza
    d'ombra mattutina
    alle radici,
    odor di pietre, di fiume,
    ma
    più simile
    a una pesca,
    al tepore
    del palpito segreto
    del sangue,
    odore
    di casa pura
    e di cascata,
    fragranza
    di colomba
    e capelli,
    aroma
    della mia mano
    che perlustrò la luna
    del tuo corpo,
    le stelle
    della tua pelle stellata,
    l'oro,
    il grano,
    il pane del tuo contatto,
    e lì,
    per tutta la lunghezza
    della tua luce furiosa,
    sulla tua circonferenza d'anfora,
    sul calice,
    sugli occhi del tuo seno,
    fra le tue ampie palpebre
    e la tua bocca di schiuma,
    su tutto
    lasciò,
    la mia mano lasciò
    odor d'inchiostro e selva,
    sangue e frutti perduti,
    fragranza
    di obliati pianeti,
    di puri
    fogli vegetali,

    il mio stesso corpo
    sommerso
    nella freschezza del tuo amore, amata,
    come in una sorgente
    o nel suono
    di un campanile
    lassù
    tra l'odore del cielo
    e il volo
    degli ultimi uccelli,
    amore,
    odore,
    parola
    della tua pelle, dell'idioma
    della notte nella tua notte,
    del giorno nel tuo sguardo.
    Dal tuo cuore
    sale
    il tuo aroma
    come dalla terra
    la luce fino alla cima del ciliegio:
    sulla tua pelle io fermo
    il tuo palpito
    e odoro
    l'onda di luce che ascende,
    la frutta sommersa
    nella sua fragranza,
    la notte che respiri,
    il sangue che esplora
    la tua bellezza
    fino a giungere al bacio
    che mi attende
    nella tua bocca.

    Pablo Neruda

    Non c'è traccia di sangue. Tutto ha il sapore di una freschezza pura, innocente. Che forse ci annoia? Forse siamo davvero così bruti per continuare a meravigliarci per "così poco"? impotenti di fronte alla contaminazione?

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 16:28, Anonymous Anonimo

    Trovo illuminanti le parole di Fabrizio.
    Ah, giusto un appunto, il mio nick è Hotaruccia senza "i" ;)

     
  • At 23 settembre 2008 alle ore 17:05, Blogger Onigirigirl

    Molte cose del nostro tempo (molti modi, mode, degenerazioni, priorità, etc) vanno rivisti. Vanno rivisti alla luce della nostra nuova posizione, quella in cui i bisogni primari sono soddisfatti, quella in cui si può cominciare a discutere del come e del perchè e del forse si potrebbe.
    Il fatto è che il mondo è ancora dispari. Non siamo tutti allo stesso punto. E allora diventa difficile discutere se al tavolo della discussione c'è ancora chi non ha acqua da bere. Mi spiego?
    Io credo che chi ha i mezzi dovrebbe cominciare a fare. Non mi sento di giudicare gli altri.
    Confesso che la questione animalista non è mai stata una battaglia che ho sentito davvero mia. Ognuno ha i suoi fili scoperti. Ognuno ha le sue cause per cui lottare.
    Ma mi hai convinto e appena avrò tempo guarderò il documentario. Si sa, l'ignoranza è sempre colpevole.