Etichette: qui è il pianeta Terra, specie animale, specie umana
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At 22 settembre 2008 alle ore 19:52,
Sono cose che bisognerebbe guardare con una certa frequenza e mai dimenticare.
Per quanto riguarda le ultime frasi che hai scritto, mi viene da pensare: considerando le sofferenze che l'uomo è capace di arrecare alla sua stessa "razza", come sperare che abbia un occhio di riguardo per l'animale? E quando qualcuno si dichiara vegano e poi piglia a pedate in faccia tutto il resto dell'umana progenie? Cosa gli si dice?
Mi capita di pensare a quanta ipocrisia si nasconda dietro gesti anche coraggiosi...
Non voglio generalizzare assolutamente, nè sollevare inutili polemiche; espongo solo delle amare riflessioni alle quali spesso mi trovo di fronte.
Che sia tutta colpa del consumismo, di quell'imperativo "tutto e subito!" che ci spinge a trattare esseri viventi come se fossero tubetti di dentifricio? Chissà, forse...
Ad ogni modo sono contenta di vedere qualcuno che ci tiene a queste cose e di averti in qualche modo aiutato a riflettere. ;)
Saluti - H -
At 22 settembre 2008 alle ore 20:18, buИCiA
@hotaruccia: io ci penso, spesso. soprattutto da quando sono diventata vegetariana.
e penso che non è "solo" per via della catena alimentare (come mi sento spesso dire) che l'uomo ha la meglio sull'animale. se fosse solo per quello, allora si farebbe almeno il possibile per cercare di fare in modo che l'animale soffra. invece sono i soldi a dettar legge, e non l'etica e la morale. così si fa loro del male, perchè il tentativo di evitargli la sofferenza costerebbe di più.
e poi penso a tante e tante altre cose. e sono contenta anche io di trovare qualcuno che la pensi come me. o che almeno abbia voglia di ragionarci su.
nella maggior parte dei casi, le persone pensano al proprio stomaco e non hanno voglia di stare a sentire le mie ragioni; nè di sapere da dove arriva quello che hanno dentro il piatto.
come vedi il discorso diventa molto ampio...
grazie per lo spunto di riflessione. e per essere passata di qua.
At 23 settembre 2008 alle ore 01:10, Fabrizio Zanelli
Talvolta però non si può scegliere. A chi si trova vivere l'inverno Siberiano o la favoletta di Babbo Natale in Lapponia con temperature attorno ai -40, sembra non sia prudente andargli suggerire l'uso di pelli sintetiche o del mitico Goretex. Ne andrebbe dell'incolumità dell'apostolo.
Nè lo è andando propugnare una dieta di bacche a quelle popolazioni che di allevamento e pastorizia vivono. In tutti i sensi.
Il problema è la misura. La pellicccia per andare a teatro e la criminale stupidità di chi sugli animali si accanisce non hanno né ragioni né, ancor meno, giustificazioni. Non nascondiamoci però dietro a un dito. Può far male e molto veder sperimentare medicinali o -assai peggio- cosmetici sugli animali ma fa anche comodo (e tanto) andare dal farmacista e chiedere un momendol.
Del resto -e lo sappiamo tutti benissimo- i nostri nonni mangiavano il pollo, il coniglio e il pesce che loro cacciavano / uccidevano / pescavano. Noi nipoti non siamo peggiori se eliminiamo qualche passaggiuo della filiera ma soprattutto non siamo migliori se facciamo finta di non ricordarcene.
At 23 settembre 2008 alle ore 11:15, buИCiA
Il problema, fabrizio, più di tutto, è il modo.
Uccidere gli animali senza pietà, violando le leggi che stabiliscono come la loro uccisione debba rispettare determinate maniere non è il modo adatto. Tranciare via orecchie e code ai maiali o i becchi ai pulcini senza anestesia non è il modo. Dimmi quello che vuoi, ma nn è il modo. Mai.
E che la pelliccia la portino i lapponi a -40 o le signore per andare a teatro, sempre di pelliccia trattasi.
Gli uomini hanno costruito aerei, grattacieli, imabarcazioni enormi e pesanti che galleggiano sull'acqua, vanno nello spazio, e mi vuoi far credere che non sia possibile utilizzare abbigliamenti o strumenti che non siano costruiti con la sofferenza degli animali?
Lo sai che per fare alcune pellicce prendono a bastonate i cuccioli di foca e mentre sono ancora coscenti li squartano, perchè in questo modo la pelliccia rimane più tenera?
Se tu dovessi scegliere come morire, preferiresti farlo nella maniera più veloce e indolore possibile, o agonizzando per interminabili minuti e affogando nel tuo stesso sangue?
Morire, si muore comunque. E' il modo che cambia.
At 23 settembre 2008 alle ore 13:50, Fabrizio Zanelli
Dunque mi ripeto: ""...la criminale stupidità di chi sugli animali si accanisce non ha(nno) né ragioni né, ancor meno, giustificazioni."" Cosa altro dovrei aggiungere?
Io che non son vegetariano credi forse sia d'accordo con chi sevizia gli animali?
Non facciamo come quelli che appendendo una bandiera al balcone di casa durante la querra in Iraq si comportavano verso gli altri come se questi fossero stati d'accordo con la guerra.
At 23 settembre 2008 alle ore 15:59,
Ode al suo aroma
Mia soave, di cosa odori?
Di che frutto?
Di che stella?
Presso
il tuo piccolo orecchio
o sulla fronte
mi chino,
ficco
il naso tra i capelli
e il sorriso,
cerco di riconoscere
la stirpe del tuo aroma:
è soave, ma
non è fiore, non è coltellata
di penetrante garofano
o impetuoso aroma
di violenti
gelsomini,
è qualcosa, è terra,
è
aria,
mele o legnami,
odore
di luce sulla pelle,
aroma
della foglia
dell'albero
della vita
con polvere
di strade
e freschezza
d'ombra mattutina
alle radici,
odor di pietre, di fiume,
ma
più simile
a una pesca,
al tepore
del palpito segreto
del sangue,
odore
di casa pura
e di cascata,
fragranza
di colomba
e capelli,
aroma
della mia mano
che perlustrò la luna
del tuo corpo,
le stelle
della tua pelle stellata,
l'oro,
il grano,
il pane del tuo contatto,
e lì,
per tutta la lunghezza
della tua luce furiosa,
sulla tua circonferenza d'anfora,
sul calice,
sugli occhi del tuo seno,
fra le tue ampie palpebre
e la tua bocca di schiuma,
su tutto
lasciò,
la mia mano lasciò
odor d'inchiostro e selva,
sangue e frutti perduti,
fragranza
di obliati pianeti,
di puri
fogli vegetali,
lì
il mio stesso corpo
sommerso
nella freschezza del tuo amore, amata,
come in una sorgente
o nel suono
di un campanile
lassù
tra l'odore del cielo
e il volo
degli ultimi uccelli,
amore,
odore,
parola
della tua pelle, dell'idioma
della notte nella tua notte,
del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore
sale
il tuo aroma
come dalla terra
la luce fino alla cima del ciliegio:
sulla tua pelle io fermo
il tuo palpito
e odoro
l'onda di luce che ascende,
la frutta sommersa
nella sua fragranza,
la notte che respiri,
il sangue che esplora
la tua bellezza
fino a giungere al bacio
che mi attende
nella tua bocca.
Pablo Neruda
Non c'è traccia di sangue. Tutto ha il sapore di una freschezza pura, innocente. Che forse ci annoia? Forse siamo davvero così bruti per continuare a meravigliarci per "così poco"? impotenti di fronte alla contaminazione?
At 23 settembre 2008 alle ore 17:05, Onigirigirl
Molte cose del nostro tempo (molti modi, mode, degenerazioni, priorità, etc) vanno rivisti. Vanno rivisti alla luce della nostra nuova posizione, quella in cui i bisogni primari sono soddisfatti, quella in cui si può cominciare a discutere del come e del perchè e del forse si potrebbe.
Il fatto è che il mondo è ancora dispari. Non siamo tutti allo stesso punto. E allora diventa difficile discutere se al tavolo della discussione c'è ancora chi non ha acqua da bere. Mi spiego?
Io credo che chi ha i mezzi dovrebbe cominciare a fare. Non mi sento di giudicare gli altri.
Confesso che la questione animalista non è mai stata una battaglia che ho sentito davvero mia. Ognuno ha i suoi fili scoperti. Ognuno ha le sue cause per cui lottare.
Ma mi hai convinto e appena avrò tempo guarderò il documentario. Si sa, l'ignoranza è sempre colpevole.
Noi siamo quelli che uno strano dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Non siamo tutti terricoli, alcuni sono acquatici.
Qui, dove é possibile tutto il male immaginabile, si tratta sempre di scelte.