così succede che oggi, fuori, ci sia il sole e, nonstante io me ne stia seduta su questo divano con una coperta sulle spalle, si presume che la temperatura esterna sia meno fredda del solito.
da qui intravedo il cielo terso e la cima di alcuni alberi, e a dirla tutta non ho il coraggio di affacciarmi alla finestra e tirare a lato la tenda per vedere meglio, perché sarebbe peggio; per me sarebbe peggio. perché le condizioni atmosferiche hanno la capacità di condizionare, e forse il gioco di parole non è del tutto casuale.
il sole, questo sole, condiziona l'umore. mette allegria, pur se non si è là fuori a goderselo. ma mette anche nostalgia, perché, inevitabilmente, riporta alla memoria alcune situazioni già - ahimé - vissute. e anche l'odore fresco che c'è nell'aria sa già di primavera; sa già di altre primavere, rimaste nel cuore e nella testa, rimaste qui da qualche parte e pronte a riemergere in una giornata così.
mi domando se possa essere utile (per me) evocare qui tutto quello che i ricordi mi stanno facendo riassaporare. e mi rendo conto che forse la risposta è no. perché non credo sia interessante (almeno per chi leggerà) sapere che mi ricordano il cioccolato, la bandiera della pace, un sacchetto di patatine mangiato al posto di una cena, un gruppo di studio per interpretare Talcott Parsons, Torino, il treno, il ritorno in auto con il cielo che da rosso diviene nero, i miei vecchi pantaloni militari e il giubbotto di jeans, le persone... quante persone...
vivere ricordando il passato è piacevole, ma fino a un certo punto. eppure, talvolta, è inevitabile, e forse qualche altro romanticonico mi potrà dare ragione. eppure continua a rimanere qua, e anche quello che scrivo mi sembra di averlo già scritto; forse sotto altre spoglie, ma le sensazioni non andavano molto lontano da queste qua.
le condizioni atmosferiche hanno la capacità di condizionare. mi hanno condizionato l'urgenza di scrivere, che premeva talmente tanto da impedirmi di badare anche alle maiuscole in questo post. d'altronde l'ho detto: era urgente. come solo l'impellenza di liberarsi dai propri demoni sa essere.
da qui intravedo il cielo terso e la cima di alcuni alberi, e a dirla tutta non ho il coraggio di affacciarmi alla finestra e tirare a lato la tenda per vedere meglio, perché sarebbe peggio; per me sarebbe peggio. perché le condizioni atmosferiche hanno la capacità di condizionare, e forse il gioco di parole non è del tutto casuale.
il sole, questo sole, condiziona l'umore. mette allegria, pur se non si è là fuori a goderselo. ma mette anche nostalgia, perché, inevitabilmente, riporta alla memoria alcune situazioni già - ahimé - vissute. e anche l'odore fresco che c'è nell'aria sa già di primavera; sa già di altre primavere, rimaste nel cuore e nella testa, rimaste qui da qualche parte e pronte a riemergere in una giornata così.
mi domando se possa essere utile (per me) evocare qui tutto quello che i ricordi mi stanno facendo riassaporare. e mi rendo conto che forse la risposta è no. perché non credo sia interessante (almeno per chi leggerà) sapere che mi ricordano il cioccolato, la bandiera della pace, un sacchetto di patatine mangiato al posto di una cena, un gruppo di studio per interpretare Talcott Parsons, Torino, il treno, il ritorno in auto con il cielo che da rosso diviene nero, i miei vecchi pantaloni militari e il giubbotto di jeans, le persone... quante persone...
vivere ricordando il passato è piacevole, ma fino a un certo punto. eppure, talvolta, è inevitabile, e forse qualche altro romanticonico mi potrà dare ragione. eppure continua a rimanere qua, e anche quello che scrivo mi sembra di averlo già scritto; forse sotto altre spoglie, ma le sensazioni non andavano molto lontano da queste qua.
le condizioni atmosferiche hanno la capacità di condizionare. mi hanno condizionato l'urgenza di scrivere, che premeva talmente tanto da impedirmi di badare anche alle maiuscole in questo post. d'altronde l'ho detto: era urgente. come solo l'impellenza di liberarsi dai propri demoni sa essere.
Etichette: questo tempo, sole, strange thoughts for strange people
romanticonica al rapporto..che dà ragione,e anche no.
impellenze,urgenza,di liberarsi dei propri demoni attraverso la scrittura;masochismo dello stare lì davanti a riassaporare,nostalgicamente,tutto.sapendo che non si sa quanto questo sarà giovamento,o qualcosa che è all'esatto opposto del giovamento..
[e tutto grazie barra a causa di un primo sole?__solo uno degli infiniti input che condizionano la nostra urgenza]