C'erano gocce di umidità appese ai fili di un stendino sul balcone. Un ombrello rotto finito in mezzo alla strada. E tanto, tanto freddo.
Miss I vide tutto questo come se appesa a quei fili ci fosse anche lei; come se in mezzo alla strada, rotta, ci fosse anche lei.
Lei. Non fumava. Quasi mai.
Lui. Aveva dimenticato il suo pacchetto di sigarette sul divano. Era andato a incastrarsi tra due cuscini. Forse il giorno prima, quando una mano, un collo e una lingua si erano ritrovati all'incirca all'interno delle stesse coordinate spazio-temporali.
Il giorno seguente al giorno prima Miss I rimase davanti alla visuale di un mondo silente e grigio. Sguardo immobile, pensieri fluidi. Nemmeno quelle gocce accennavano a staccarsi da dov'erano. La sensazione era quella dell'eterno riposo.
Aprì il pacchetto di sigarette di Mister U e ne estrasse una. Sapeva già che a metà si sarebbe interrotta. Sapeva già che, finito di fumare, l'odore di nicotina tra le dita le avrebbe dato fastidio. Perché quelle erano solo le sue dita, non quelle di Mister U. Sapeva che era di lui che stava cercando un surrogato.
Così appiccò la fiamma. Il tabacco si incendiò e un rivolo di fumo sottile cominciò a salire verso l'alto.
Non le sue mani, ma almeno i suoi gesti. Non il suo respiro, ma almeno il suo fumo.
Anche se lei non fumava. Quasi mai.
Lei. Non fumava. Quasi mai.
Lui. Aveva dimenticato il suo pacchetto di sigarette sul divano. Era andato a incastrarsi tra due cuscini. Forse il giorno prima, quando una mano, un collo e una lingua si erano ritrovati all'incirca all'interno delle stesse coordinate spazio-temporali.
Il giorno seguente al giorno prima Miss I rimase davanti alla visuale di un mondo silente e grigio. Sguardo immobile, pensieri fluidi. Nemmeno quelle gocce accennavano a staccarsi da dov'erano. La sensazione era quella dell'eterno riposo.
Aprì il pacchetto di sigarette di Mister U e ne estrasse una. Sapeva già che a metà si sarebbe interrotta. Sapeva già che, finito di fumare, l'odore di nicotina tra le dita le avrebbe dato fastidio. Perché quelle erano solo le sue dita, non quelle di Mister U. Sapeva che era di lui che stava cercando un surrogato.
Così appiccò la fiamma. Il tabacco si incendiò e un rivolo di fumo sottile cominciò a salire verso l'alto.
Non le sue mani, ma almeno i suoi gesti. Non il suo respiro, ma almeno il suo fumo.
Anche se lei non fumava. Quasi mai.
..finchè si cercano surrogati nelle cose,il massimo rischio è lasciare una sigaretta fumata per metà..
..il problema serio è quando si cercano surrogati nelle persone,e gli si lascia il cuore,usato per metà..
[un surrogato resta un surrogato.placa,a volte,ma non puo'colmare l'assenza della vera mancanza]
{mi appassionano sempre I&U}