Mancano dieci minuti alla partenza, ma aspetto ancora, per salire. Perchè, una volta salita, non sarò già più qui. Mancherà un'ora al ritorno, ma sarà già come non essere più qui.
Il treno è un intercity, forse addirittura un intercity plus... E questa è un'altra eccezione. Ma oggi è sabato, è stata una bella giornata, e me lo posso anche permettere. Posto prenotato. Carrozza n°6. E' l'ultima carrozza in fondo. Volgo lo sguardo ancora una volta verso sinistra, all'inizio del binario, dove Franci, prima di andare via - ma già in procinto di - mi ha urlato un "ti voglio bene". E poi salgo.
Ora il treno ha appena lasciato la stazione. Ciao Torino, alla prossima.
Stamattina ho passato un paio d'ore in biblioteca, ma senza concludere quasi nulla. Non sapevo esattamente cosa cercare e il tempo a disposizione era limitato. Sono uscita di lì solo con qualche titolo e con la ferma convinzione che dovrò tornare un giorno che non sia il sesto della settimana, per avere la possibilità di usufruire di una copisteria aperta, e di una stampante collegata con i terminali della biblioteca, per stampare ciò che non è disponibile in formato cartaceo.
Palazzo Nuovo è semideserto ed aleggia una calma surreale per un atrio che, almeno fino al giovedì, è calpestato senza tregua da innumerevoli studenti. E' una calma bella, ma proprio per questo mi infonde un po' di nostalgia per quel rumore da pausa caffè durante le lezioni cui non sono più abituata da qualche mese.
Finito di mangiare, io e Ele ci spostiamo al Caffè di Roma, dove ci raggiunge Franci. Rimaniamo a bere un caffè, finchè giunge il momento di dare inizio al nostro pellegrinaggio in onore di Giancarlo. L'aria è leggera, come le nostre risate e i nostri pensieri.
Via Po e Via Roma son cariche di gente. Tanto che non sempre riusciamo a rimanere in tre, l'una di fianco alle altre. La calca, talvolta, richiede di camminare in fila semi-indiana. Ma poi ci ricongiungiamo. Sempre. Prima di separarci, ancora un giro in libreria, in Piazza CLN. Franci ricorda di quando qui aveva visto Andrea Pezzi. E io ricordo di una delle varie volte in cui ho assistito alla presentazione di uno dei libri di Culicchia. Franci compra un cd e un libro ("La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano, che consigliamo molto per la foto dell'autore presente nella terza di copertina...), e fuori di lì salutiamo Elena. Rimaniamo noi due, che ci dirigiamo in stazione. E nel frattempo io mi godo ancora quest'allegria, la spensieratezza di quando sono con Fra, che non mi abbandona nemmeno quando siamo ferme al passaggio pedonale davanti Porta Nuova; nemmeno in coda per fare il biglietto. Rimane sospesa nel tempo quando Fra mi saluta, per poi allontanarsi insieme al tramonto dal binario dove sosta il mio treno. Ciao spensieratezza. Anche con te ci vediamo alla prossima.
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Ho messo la foto senza leggerti prima ma mi fa piacere che in certa misura, passeggiare ai Murazzi, dia anche a te sensazioni analoghe alle mie.