Oggi dormo un po'.
Mi addormento quasi senza accorgermene. Mi addormento pesante, e respingo il telefono ogni volta che suona per una telefonata; ogni volta che salta per un messaggio, lo apro e leggo. Ma poi dimentico. Rileggerò quando il cervello avrà ripreso le sue normali funzioni.
Vorrei svegliarmi. Vorrei aprire gli occhi prima, ma la gravità porta giù le mie palpebre.
Quando le riapro, la sensazione che provo è di ansia. Non so perchè, ma a volte è difficile svegliarsi da soli. Una presenza umana rassicurerebbe. Sono rare le volte in cui basto a me stessa.
Al risveglio passo un po' di tempo al telefono. Tre voci amiche tengono compagnia al mio udito; faccio qualche risata e sento nostalgia delle persone lontane. Ma è una nostalgia piacevole. Mi scuote dalle coperte rannicchiate sul divano.
Prima di uscire leggo un po'.
Leggo "E' già amicizia e mi mancheresti, mi manchi e penso a te molto spesso".
E' già amicizia.
E mi mancheresti.
Mi manchi.
E penso a te molto spesso.
Fuori il cielo è nitido; buio, ma nitido. Si vede bene la luna. E mi piace.
E' solo martedì, eppure mi sembra che ci sia quel clima da fine settimana... da giovedì: quando sai che domani ci sarà venerdì e dopo tutto si potrà fare con più calma. Sarà l'effetto dello stare dalla parte del passeggero. Mentre la strada scorre via. E la mia mente con lei.
Sono a casa dopo un Martini bianco.
La mia scrivania. I miei tasti. La mia vecchia agendina. Mi viene voglia di sfogliarla.
Trovo alcune date memorabili, l'inchiostro di frasi celebri... biglietti di fiere, di spettacoli, di cose che son state gradevoli. Un pacchetto di Lucky Strike fumate da qualcuno che forse sapevo già di dover solo ricordare.
Questo pensiero rimane un po' così, sospeso a metà... non so bene come concluderlo.
Quindi lo chiudo nella maniera più classica.
Con un punto.
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