i miei pensieri, nell'etere
domenica 20 gennaio 2008
Viaggio al termine di questo pomeriggio
Di nuovo domenica. Di nuovo strano.



Il miglior/peggior compagno di oggi è stato il mal di testa. Peggiore perchè mi sta facendo impazzire. Migliore perchè non si è staccato da me nemmeno per un secondo, e quanto meno non ho sofferto di solitudine.


Fuori c'è una nebbia che se mi perdo non mi ritrovo più nemmeno io. E il pomeriggio insieme alle mie amiche è sfumato a causa della lunga pennichella che ho fatto per cercare di scacciare Mr. Headache da camera mia. Il risultato è che adesso mi sento come se il mio cervello galleggiasse in dieci litri d'acqua; stare davanti al computer mi fa venire la nausea, ma sentivo l'esigenza di scrivere; tra non molto sarà lunedì e, per alzata di mano, vorrei vedere quanti gradiscono il lunedì...

Oggi mi viene in mente Luigi Tenco e un giorno dopo l'altro la vita se ne va, le strade sempre uguali, le stesse case... domani sarà un giorno uguale a ieri...


Mi spiace. Di domenica non sono molto positiva. (E forse si era capito).






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posted by buИCiA at 18:41 | Permalink |


6 Comments:


  • At 20 gennaio 2008 alle ore 19:52, Blogger marco

    nebbia..ad una domenica come questa, preferisco molto di piu' un Lunedi'

     
  • At 21 gennaio 2008 alle ore 00:10, Blogger Fabrizio Zanelli

    Ti capisco.

     
  • At 21 gennaio 2008 alle ore 17:09, Blogger Roberto

    Ma da me la nebbia non c'era... in compenso ha recuperato stamattina che essendo pure Lunedì ha reso il risveglio una sorta di crociata, di guerra già persa in partenza. Io ci ho provato a dire ma si, ma dai che sarà comunque una bella giornata ma mica ha funzionato ... baci ;)

     
  • At 21 gennaio 2008 alle ore 20:33, Blogger vinci

    che dire?...inzist!

     
  • At 22 gennaio 2008 alle ore 18:22, Anonymous Anonimo

    sapete cosa penso a proposito della nebbia? che è un velo spesso di omissioni. le bugie possiedono il carattere della certezza, fino a prova contraria, indicano comunque una direzione. l'omissione, come la nebbia, nasconde le strade, e allora per camminare puoi affidarti solo all'esperienza che hai di un luogo. ma se non ce l'hai, o se gli altri non l'hanno di te, allora ogni cosa assume l'odioso carattere dell'ambiguità, e la comunicazione collassa per gradi, e ogni passo può diventare una caduta. allora è obbligatorio parlare quando si crede in quello che si pensa. oppure bisogna rimanere fuori, animale che guarda.

     
  • At 22 gennaio 2008 alle ore 20:57, Blogger buИCiA

    Se non ricordo male, Nietzsche diceva qualcosa riguardo all'oblo... di come gli uomini ne abbiano bisogno tanto quanto necessitano della luce...

    Forse per la nebbia è lo stesso... Forse ne abbiamo bisogno, a volte.
    Serve per nasconedere il dolore della gente. E cala per far sembrare il mondo meno sofferente...

    Che dite?