i miei pensieri, nell'etere
martedì 29 gennaio 2008
Peperoni al mosto
Apro l'acqua per fare una doccia. Mentre aspetto che divenga calda, ballo fuori dalla vasca. Poco prima di entrare in bagno avevo fatto partire Mellow Mood cantata dai Subsonica. Mi ispira il movimento.

Mi asciugo e avvolgo i miei capelli dentro un asciugamano. Infilo già il piagiama, anche se chissà fra quante ore andrò a dormire, ma voglio stare comoda.

Arriva mia mamma con la spesa. Io taglio, lavo e asciugo un cespo di radicchio rosso. Lo condisco e comincio a mangiarlo, accompagnandolo con un po' di formaggio e dei cracker.
Davanti a me, un contenitore trasparente con due grossi peperoni. Si diffonde nell'aria un odore forte di aceto. I peperoni sono buoni. Ma io fatico un po' a digerirli.
"Assaggia questi, aggiungi un po' di sale e pepe... Sai che buoni, che sono?", è l'invito di mia mamma, che lascio cadere, perchè temo proprio di non digerirli.
Sforchetto il mio radiccio, e i peperoni rimangono lì. Zitti e inermi, come tutti i vegetali; eppure mi aspetto che si animino da un momento all'altro, come in quel film horror/trash - cos'era, Nightmare? - dove c'era la ragazza che veniva terrorizzata da ciambelle, banane e fette di pizza, dotatesi di vita propria all'improvviso.
"Come hai detto che si mangiano, questi peperoni?! Solo con un po' d'olio?".
"Si. Sono come quelli che faceva il nonno! Sono fatti con il mosto. Proprio come faceva il nonno".

E' un flash.

La campagna. I cavalli. Il grano. Io e mia sorella che andiamo a raccogliere le uova nel pollaio. La cena a base di spinaci. Ed io che comincio a tirare finti pugni al braccio di mio nonno, dicendo che sono diventata forte come Braccio di ferro!
Ah, nonnino... Se tu fossi ancora qui.

Taglio un pezzo del peperone giallo. E lo condisco. Solo con un po' di sale e un po' d'olio.

Dopo cena mi asciugo i capelli. Accendo il phon e mi viene da cantare (tanto con il phon acceso mi sento solo io, e chi se ne frega se stono?!).
Canto Solo per te dei Negramaro, che è una canzone che mi piace tantissimo. Ma è anche triste. E non voglio che i miei pensieri lo siano. Il ricordo della mia infanzia è un bel ricordo. Mi ha fatto pensare a cose belle. E non voglio "rovinare" queste cose con una musica triste. Voglio mantenere quella serenità. La serenità di quand'ero bambina.

Quindi smetto di cantare. E dopo poco comincio a scrivere.



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posted by buИCiA at 21:46 | Permalink |


14 Comments:


  • At 29 gennaio 2008 alle ore 21:54, Anonymous Anonimo

    "solo per te, con piccole stelle, a disegnare nel cielo infinito qualcosa che somigli a te..."
    Anch'io ho di questi flash, d'infanzia. Una campagna, gli olivi, arrampicarmi per rubare i limoni al terreno affianco, la sera con tutti i compari a mangiare in campagna...
    Come un particolare può evocare qualcosa di infinito.
    [Anch'io canto con il phone acceso, anche se x quanti corti sono non dovrei nemmeno asciugarli :D]

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 22:10, Blogger buИCiA

    E i cani???

    Nn mi hai detto dei cani...

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 22:18, Anonymous Anonimo

    Ti ho risp ancora nel post precedente, sorry!
    Ma tu gli tagli il pelo?! Noi non riusciamo a tenere il pelo lungo, è un disastro, dobbiamo rasarli un pò.
    Quando vogliono hanno un'espressione che mi fanno sciogliere il cuore...
    immagino pure Gilda:)
    Asciugati i capelli!? Tu in pigiama, io in vestaglia. Anche perchè il pigiama non l'ho mai sopportato, mi ricorda quando sono malato, dormo il più delle volte con addosso magliette che uso solo x dormire, ma il pigiama proprio mi innervosisce!:S
    Ascolto un paolo conte in lontanza, o meglio, più che lui ascolto il suo sassofonista e prendo spunto.
    Bisogna sempre prendere spunto da tutto, e poi modificare qualcosa e renderlo proprio.
    Che infame^^

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 22:41, Blogger buИCiA

    Si, ho letto dopo.

    Gilda va spesso dalla "parrucchiera". Ha un tipo di pelo che se nn glielo tosiamo si riempie di nodi. D'inverno glielo facciamo tenere un po' più lungo (sembra una pecorella), mentre d'estate la toelettatrice va giù di forbici (e sembra un agnellino!)
    Ma che carini gli shi-tzu, vero?! Gilda a volte è un po' buffa, ma ha quel faccino... troppo tenera.

    Secondo me è più la vestaglia che sa di ospedale; anzi, mi sa proprio di geriatra! Ma senza offesa per te, ovviamente :D

    E così suoni il sax. Il sax e il violino hanno dei suoni particolari. Mi sembra che, per quanto possano essere allegre le canzoni intonate, la musica abbia sempre un retrogusto triste. Bellissimo, ma triste.
    Secondo me.
    E secondo te?
    Perà è vera quella cosa che ha scritto. Gli stili (musicali, letterari...) si creano così. Prendendo spunto, modificando e rendendo proprio ciò che prima era altrui e un po' diverso.
    Tu componi, anche?

    Ah. Poi alle fine le ho trovate, le arance.

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:17, Anonymous Anonimo

    Ciò che i fiati e gli archi hanno in comune è la cavata. A differenza dal resto degli strumenti, che hanno un timbro predefinito dal tipo di strumento, questi non lo hanno. Difficilmente se do il mio sax in mano ad altre 20 persone utilizzando lo stesso strumento, stesso bocchino/ancia/legatura uscirà tra di noi un suono uguale. Ognuno ne avrà uno.
    Ed è questo ciò che mi ha sempre affascinato. In fondo, il timbro lo crei tu, con la tua espressione, con la tua passione, con i sentimenti che magari ti accompagnano in quel momento, con la forza che utilizzi per imprimere con il diaframma o come schiacci troppo con la mascella.
    E' come parlare, senza parole.

    [La mia vestaglia è stupenda, credimi! mi ricorda un pò quella che usa il vecchietto di play boy, tutta bordeaux!:D]
    Ma il tuo indirizzo mail che c'è nel profilo è attivo?

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:26, Blogger buИCiA

    Mi sembra di non averlo attivato.

    Ma il tuo lo è.

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:29, Anonymous Anonimo

    no, il mio non è.

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:30, Blogger buИCiA

    E quindi????

    Come si fa?

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:48, Anonymous Anonimo

    Bhu!

    Ma che fai ancora alzata!?:)
    Non sapevo lavorassi di mattina, pensavo studiassi soltanto... approposito... toccato il libro?!:)
    Basta guardarsi i video su youtube di Frederich! [Confesso, me li son riguardati anch'io!^^]

     
  • At 29 gennaio 2008 alle ore 23:57, Blogger buИCiA

    ... ero ancora sveglia per postare un commento.

    Ora mi sa che andrò a dormire.
    Non farò nemmeno in tempo ad addormentarmi che già sarà ora di svegliarsi.
    Uff!

    Buonanotte (anche ai tuoi cagnolini!).

     
  • At 30 gennaio 2008 alle ore 01:44, Anonymous Anonimo

    ma sai che più ti leggo e più mi sei simpatica!sei così autentica e solare, non sei affatto come ci si aspetterebbe dal profilo che hai disegnato di te!SEMBRI PEROPRIO LA PERSONA CHE TUTTI ADORANO!

     
  • At 30 gennaio 2008 alle ore 10:19, Anonymous Anonimo

    Buondì simo :*
    [Ripassando la clitoritectomia, annego 2 savoiardi nel thè e ascolto la pioggia. Si, perchè a Milano oggi piove.]

     
  • At 30 gennaio 2008 alle ore 14:35, Blogger Fabrizio Zanelli

    simo e franz, questo notturno scambio di messaggi visto in uno con lunghezza e ora di inserimento, ha le caratteristiche di una sinfonia: andante, andante con moto, allegro con brio, piano e pianissimo... Che bello.

     
  • At 31 gennaio 2008 alle ore 09:59, Anonymous Anonimo

    che animo sensuale e raffinato si nasconde dietro quell'espressione severa, Fabrizio. le conversazioni notturne si muovono su un pentagramma infinito e imprevedibile. è come seguire il corpo di una venere con un dito, sfiorandolo senza toccarlo. il silenzio ha una melodia estasiante.