Dalle finestre aperte entravano schiamazzi di bambini alle prime armi con i gradi un po' più alti della stagione nuova e le urla dei vicini, cui era talmente abituata che ormai si sarebbe stupita di non sentire le imprecazioni che si rivolgevano reciprocamente, e non il contrario. Comunque il volume dello stereo consentiva di non prestarci nemmeno troppo caso. Abbassò un po' la tapparella per evitare di dover guardare in faccia il sole che si stava mettendo allo stesso livello degli uomini, e notò che la pelle un po' le si appiccicava alla t-shirt leggermente umida in certi punti. Che la primavera non avesse deciso veramente di iniziare?
Si voltò di scatto quando sentì suonare il campanello, ma non andò al citofono a domandare chi fosse; lo sapeva già. Aprì sicura la porta e lo trovò così, intento a tirarsi su la manica di una camicia, con uno sguardo impegnatissimo verso il polsino rivoltato affinchè il risvolto fosse il più preciso possibile; il braccio destro impegnato tanto quanto lo sguardo e quello sinistro teso a impugnare un mazzo di giunchiglie profumate. Mr U non si accorse nemmeno che Miss I avesse già aperto la porta e se ne stesse lì, in attesa di essere notata...
Al terzo, no, quarto risvolto Mr U alzò lo sguardo con fare distratto, e la vide.
- Oh... ehm... -, furono gli unici mugolii che gli uscirono fuori in quel momento. Si era preparato qualcosa da dire, ma non gli ritornò subito alla mente...
Risolse sfoderando uno dei suoi sorrisi più irresistibili, tese ancor di più il braccio fiorito verso di lei e poi recitò... no, non recitò nulla. Abbassò le braccia deluso e, scocciato, se ne uscì con un "Fanculo!" che rivolse a se stesso e a quello che aveva dovuto essere un vano tentativo di ricordare una qualche poesia.
- Volevo essere romantico, ma... nessuna poesia scritta dalle mani di un altro uomo potrebbe addirsi a te... e a me... E non ho mai avuto buona memoria per le frasi in rima.
Il suo irresistibile sorriso riemerse di nuovo. Le appoggiò il mazzo di fiori dietro la schiena, perché era l'unico modo per riuscire a tenerlo ancora in mano mentre la stringeva contro il suo petto.
- Come mai le giunchiglie?! -, gli domandò Miss I voltandosi leggermente per riuscire a coglierne l'odore fresco e approfittandone per nascondere l'inizio di una risata, - E' per il profumo?
- Non è per il profumo, è per come suonano in inglese.
Miss I non cercò più di nascondere nè la contentezza nè il divertimento. Forse non era nulla di speciale, forse era semplicemente... banale, ma per lei non lo era mai [quando si trattava di loro]. Lui sapeva essere anche romantico e, sì, sapeva esserlo in modo anomalo. E lei... beh, forse lei lo era anche troppo.
Oltrepassarono l'aldiquà dell'uscio silenziosamente, tanto c'era la musica proveniente dallo stereo a parlare per loro. E non ci vuole molta fantasia per immaginare come Strange currencies alle loro orecchie suonò dolce come non mai, come una poesia non ricordata e mai pronunciata, come i loro fiori in inglese...
Si voltò di scatto quando sentì suonare il campanello, ma non andò al citofono a domandare chi fosse; lo sapeva già. Aprì sicura la porta e lo trovò così, intento a tirarsi su la manica di una camicia, con uno sguardo impegnatissimo verso il polsino rivoltato affinchè il risvolto fosse il più preciso possibile; il braccio destro impegnato tanto quanto lo sguardo e quello sinistro teso a impugnare un mazzo di giunchiglie profumate. Mr U non si accorse nemmeno che Miss I avesse già aperto la porta e se ne stesse lì, in attesa di essere notata...
Al terzo, no, quarto risvolto Mr U alzò lo sguardo con fare distratto, e la vide.
- Oh... ehm... -, furono gli unici mugolii che gli uscirono fuori in quel momento. Si era preparato qualcosa da dire, ma non gli ritornò subito alla mente...
Risolse sfoderando uno dei suoi sorrisi più irresistibili, tese ancor di più il braccio fiorito verso di lei e poi recitò... no, non recitò nulla. Abbassò le braccia deluso e, scocciato, se ne uscì con un "Fanculo!" che rivolse a se stesso e a quello che aveva dovuto essere un vano tentativo di ricordare una qualche poesia.
- Volevo essere romantico, ma... nessuna poesia scritta dalle mani di un altro uomo potrebbe addirsi a te... e a me... E non ho mai avuto buona memoria per le frasi in rima.
Il suo irresistibile sorriso riemerse di nuovo. Le appoggiò il mazzo di fiori dietro la schiena, perché era l'unico modo per riuscire a tenerlo ancora in mano mentre la stringeva contro il suo petto.
- Come mai le giunchiglie?! -, gli domandò Miss I voltandosi leggermente per riuscire a coglierne l'odore fresco e approfittandone per nascondere l'inizio di una risata, - E' per il profumo?
- Non è per il profumo, è per come suonano in inglese.
Miss I non cercò più di nascondere nè la contentezza nè il divertimento. Forse non era nulla di speciale, forse era semplicemente... banale, ma per lei non lo era mai [quando si trattava di loro]. Lui sapeva essere anche romantico e, sì, sapeva esserlo in modo anomalo. E lei... beh, forse lei lo era anche troppo.
Oltrepassarono l'aldiquà dell'uscio silenziosamente, tanto c'era la musica proveniente dallo stereo a parlare per loro. E non ci vuole molta fantasia per immaginare come Strange currencies alle loro orecchie suonò dolce come non mai, come una poesia non ricordata e mai pronunciata, come i loro fiori in inglese...
Etichette: Miss I, Mister U, Mr U, storia, vignetta Bleek
Quella cassetta dei REM mi ha tenuto compagnia ore ed ore della mia adolescenza.. Bello che sia il sottofondo anche della loro storia d'amore..
Ci sono parole che con il loro suono ci danno sensazioni piacevoli, sicuramente daffodils è una di queste.. sa di campagna, di primavera, di prati..