i miei pensieri, nell'etere
giovedì 19 marzo 2009
Forse è in-evitabile
E' come il tiepido. Ma non come il tiepido in generale, è come il tiepido quando si avrebbe necessità del caldo intenso. E' come il tiepido quando si vorebbe un fresco paralizzante.
E' come la sete che inaridisce la gola quando non si ha nemmeno un rubinetto a disposizione. E' come le scarpe che lacerano i piedi quando c'è ancora tanta strada da fare.
E' come l'alzare la mano perché si è notato che l'insegnante ha commesso un errore, ma si sa che quella mano rimarrà alzata invano perché l'insegnante non vuole essere rimproverata pubblicamente da un alunno.
E' come questo computer che a volte si blocca e non accetta nemmeno di essere riavviato; è come lo staccargli la corrente perché si sa che non c'è altra soluzione.
E' come svegliarsi nel cuore della notte e non riuscire più a dormire ed essere consapevoli che sono quasi le 5 del mattino e che sarà comunque molto dura quando la sveglia suonerà tra poco più di un'ora e mezza e spetterà una lunga giornata di lavoro.
E' come il sentire l'impellente bisogno di scrivere che per essere attuato avrebbe bisogno di luce e di velocità su questi tasti, ma doverlo in qualche modo tamponare, perché la luce più alta e lo scrivere frenetico sveglierebbero la casa.
E' come il cercare di leggere sforzando la vista perché non si hanno gli occhiali.
E' come due persone messe l'una contro la schiena dell'altra che cercano di abbracciarsi muovendo entrambi verso il loro davanti quando invece dovrebbero reciprocamente girarsi e stringersi.
E' come il non poterlo definire né delusione, né tristezza, né altro, perché non sempre le sensazioni hanno un termine che può trovare corrispondenza con quelli già esistenti nella propria lingua.
E' come il punto interrogativo che rimane alla fine del dubbio: si può evitare? Si può fare qualcosa? Si possono cambiare le cose in un modo che le faccia sembrare come se in realtà non fossero mai cambiate? E' come il porsi questa domanda ma non poter trovare una risposta, perché a volte la risposta può essere data solo da altri che non conoscono nemmeno, o ignorano, la fonte del dubbio.
E' come dover mettere il punto quando invece si vorrebbe scrivere ancora, e all'infinito. E' come dover troncare un pensiero che per trovare soddisfazione non dovrebbe nemmeno essere limitato con la punteggiatura; come troncare un pensiero che vorrebbe almeno (in)finire con i puntini di sospensione...

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posted by buИCiA at 04:33 | Permalink |


2 Comments:


  • At 19 marzo 2009 alle ore 18:28, Blogger mIsi@Mistriani

    simo..quanto tempo!?..

    ..è come quando sembra così palese che bisognerebbe SOLO girarsi,per abbracciarsi,e invece si procede SOLO guardando davanti a se,allontanandosi,inesorabilmente..

    [e come quando mi chiedo se è davvero impossibile incontrarsi.e poi restare l'uno accanto all'altro per andare insieme,nella stessa direzione..{e forse la risposta puo' arrivare solo da qualcuno che non conosce la finte del dubbio..}]


    "E' come dover mettere il punto quando invece si vorrebbe scrivere ancora, e all'infinito"

    [scrivere ancora,e all'infinito la propria storia.la mia storia,vorrei.e invece vedo solo punti,fermi.fermi,punti,e pero' non chiudono.punti.e poi a capo.mille dubbi.zero risposte..{restano sempre,e soli:i miei puntini di sospensione....}è come sentire di dover mettere un punto{o piu' di uno}ma non riuscire a farlo,perchè si vorrebbe solo scrivere ancora,e all'infinito,la propria storia,vivendo nuove pagine della stessa vita]

     
  • At 19 marzo 2009 alle ore 19:47, Blogger Onigirigirl

    a volte si può solo aspettare. e vedere come va.