Almeno fino a quando non si sente l'odore di bruciato: le omelettes sono da girare.
At 3 marzo 2009 alle ore 14:18, mIsi@Mistriani
la realtività,e il credere sempre che tutto possa essere relativo,l'eccessiva apertura,mi sta portando al polo opposto di quello dove pensavo di stare andando
[sarà relativo anche questo?..in fondo è solo questione di punti di vista..]
@LAURA[mi permetto qui,perchè non sono abilitata all'accesso del suo blog]
mi ha colpito un sacco il tuo commento al post precedente di simo
...le parole sanno essere piu' vuote del vuoto,se non si agisce..e la scrittura puo' essere una maschera stratosferica..
mi ha colpito un sacco..
At 4 marzo 2009 alle ore 09:46, Fabrizio Zanelli
Tu sai quanto e da quando io sia affezionato a Mr U e Miss I. Da vecchio affabulatore però concedimi io tralasci, per una volta, le gesta e con esse quanto vien di seguito ai nostri due amanti per soffermarmi, per una volta, ripeto, sulla tecnica.
Davvero degno di nota quello smontare e poi rimontare, un girar su sé medesimo come una trottola che prende lo sguardo e cattura la mente sino a che, stremata, si accascia. L'omelette -che non va pluralizzata- è il tocco di perfezione là ove, unica, dà l'idea del tempo. E il tocco del ritmo.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.