Etichette: al lavoro, alla fine del giorno, aria, cibo, lavoro, ma non avevo proprio nient'altro da scrivere?, non ho voglia di pensare a un'etichetta per questo post
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At 18 dicembre 2008 alle ore 23:22, Fabrizio Zanelli
Parafrasando Milan Kundera, pare, talvolta, davvero insostenibile il peso del proprio essere e anche il peso delle altrui esistenze. Ci muoviamo attorno alla consapevolezza che lo specchio non ribalterà un'immagine diversa ma l'illusione di scorgerla tra le pieghe del tempo lascia un po' di spazio alla speranza.
At 18 dicembre 2008 alle ore 23:28, buИCiA
@burro: del libro sono arrivata a pag. 61. "gotico" e "noir" forse non sono le parole adatte, ma sono le prime che vengono in mente.
@per te: tra il dire e il non dire la questione riguarda la scelta. e a volte si sceglie di non dire, per evitare che gli effetti siano peggiori del nascondere.
[buona lettura!]
@fabrizio: ... e, viceversa, la speranza di scorgerla lascia un po' di spazio all'illusione...
At 19 dicembre 2008 alle ore 11:16, Cannibal Kid
il logorio della vita moderna..
quindi adesso fai qualcosa di simile alla correttrice di bozze? non dev'essere il massimo, ma nemmeno malaccio, considerato ad esempio che io al momento lavoro in un maledetto centro commerciale e l'unica consolazione è che è un part-time così ho ancora qualche momento per scrivere e cazzeggiare
..la vita moderna fa proprio schifo
At 19 dicembre 2008 alle ore 16:49, mIsi@Mistriani
grazie
[per foto.e parole]
come sto?..
[al momento non so neanche io.rientrata da poco.e ancora,o già,in subbuglio.devo ancora capilo.dovrei volerlo capire,piu' che altro]
..mi chiedo quanto sia importante esplorare.luoghi e persone[per me]e quanto per gli altri.
quanto gli altri abbiano voglia di esplorare luoghi.e persone[me,per esempio]
C'ENTRA UN C@ZZO E PERO'
*pensIerI estemporaneI* *MoDE oN*
SORRY
At 19 dicembre 2008 alle ore 18:21, Onigirigirl
per il resto c'è qualcosa nelle tue parole che mi fa venire voglia di piangere, di chiedere aiuto, di gridare. (oggi sono rabbioso/nervosa/triste da morire). e sono io. o potresti essere tu. o forse, se vuoi, sai dove incrociare i miei occhi e la mia tastiera. delle volte chi crediamo più lontano e distante potrebbe essere soprendentemente vicino. delle volte, in cui mi sento sola come se non ci fosse altro che freddo e buio in tutto l'universo. quelle volte forse c'è qualcuno per me. quelle volte forse, simo, ci sono io.
At 19 dicembre 2008 alle ore 19:35, buИCiA
@soleliquido: proprio ogni dannata mattina no, dai... per fortuna c'è di anche di meglio. per sfortuna c'è anche di peggio.
@marco: quello che faccio adesso - a volte, qualche volta al mese - riguarda lo scrivere e poi il correggere. che non è proprio il mestiere che uno si sognerebbe. ma, come sopra, c'è di peggio (e di meglio).
@misi@: i pensieri estemporanei sono sempre i benvenuti. a volte son i migliori.
@sy: ... perché magari la macchina la lascio altrove, ad altre persone, e il ritorno lo si deve fare coi mezzi pubblici (bleaaaaaah!!!)
:D
@onigiri: delle volte si è talmente tristi, incazzati, nervosi che essere se stessi è così disagevole...
delle volte ti spiace che le persone vicine non riescano a capire. delle volte ringrazi che delle persone lontane ti comprendano al volo. delle volte non puoi far altro che tirare un'altra tacca sul muro.
potesti essere tu. potrei essere io. potremmo essere noi. potremmo riconoscere di sentirci simili, e tirarci così un po' su di morale.
Descrizione claustrofobica di una non giornata.. Così come claustrofobico dev'essere il libro che ti ha scelto..