Fuori di lì, convenne definitivamente con i pensieri effettuati da qualche giorno a quella parte, quando progettava di comprare un paio di stivali nuovi, e la convenzione arrivò nel momento esatto in cui, in seguito al passaggio su di una pozzanghera d'acqua mista a neve, sentì che il piede sinistro non era più lo stesso. Un po' più umido, e forse proprio un po' più bagnato. Ma, non volendo darla vinta al peggioramento del cattivo umore, si autoconvinse che si trattava solo di umidità, e cercò di non pensarci più.
Propose di andare in un locale tranquillo, dove avrebbe potuto prendere un the caldo, non avendo l'intenzione di ingurgitare null'altro. E con, non immenso, ma almeno sufficiente dispiacere, sì pentì un po' di quella proposta quando, una volta giunta lì insieme al resto della compagnia, ricevette la comunicazione, da parte di uno dei camerieri, che l'orario di chiusura era previsto per la mezzanotte. Niente male, considerando che il suo e gli altrui di dietro si erano accomodati su quelle sedie alle 23,30 passate...
Dopo meno di un'ora si ritrovò lì, da dove, per certi versi, non sarebbe voluta andar via. Infilò il pigiama e si coprì con altre due coperte. Avvertiva un freddo pungente, di quelli che suggeriscono di trovare una posizione e di non cambiarla, se non si vuole rischiare di essere punti ancor di più; avvertiva così tanto freddo da pensarci più e più volte, prima di convincersi ad alzarsi ed andare in bagno; temeva gli spostamenti d'aria.
Passò al computer un po' d'ore, ringraziando chi, da qualche altra parte, aspettando una telefonata dal Messico, rimase sveglio a sua volta, intrattenendola in chat. L'avere le mani occupate sulla tastiera la distraeva un po' dalla paura. Paura di non si sa bene cosa, ma pur sempre paura. Forse era solo paura di avere paura, e fu quando lo razionalizzò che sentì calare un po' di tensione, e ci pensò meno; sempre meno. La mente umana è strana, a volte crea anche quello che non esiste, complicando ulteriormente la vita. Lo aveva sempre pensato.
Verso le quattro del mattino la stanchezza cominciò a bussare alla porta delle sue palpebre, così fece che salutare il suo compagno di avventure internautiche, spense il computer, e si accucciò sotto le coperte, con la televisione ancora accesa su qualche sconosciuto programma notturno. Di tanto in tanto il suo cervello le impose di svegliarsi, per sicurezza, ma poi il sonno ebbe la meglio, su tutto, anche sul senso d'allerta. Non sentì nemmeno più il freddo.
;)
sì,romanzato...
..ma che bello è il momento in cui senza accorgersene,si perde il senso d'allerta?
[come se solo il sonno della notte potesse renderci privi delle difese,abilmente-?o inconsciamente?-costruite di giorno..]