Sole e vento scossi freddamente. Scie di pensieri e di silenzi. Sono sempre silenzi e mai voce. Le valigie dentro lo sgabuzzino dormono da tempo; dormono per la maggior parte del loro tempo. E del mio. Mentre la speme è quella di andare. Partire. Immaginano, e immagino, viaggi in treno senza mete precise. Gli orologi e la pecunia limitano la maggior parte delle volontà umane. Ed io non ho risorse, perché l'impegno immesso non è abbastanza. Commiserazione cercata. Commiserazione voluta, forse. In quanto sicura. Sgradevole, ma certa. Da lì non si scappa. Lì si rimane. E' l'unica soluzione, oltre a quella dell'insoddisfazione.Leggo e scrivo, ma non abbastanza, non quanto vorrei, non quello che vorrei; quasi mai. Incontri casuali, e non troppo, allietano brevi momenti; come gli sguardi scambiati tra sconosciuti guidatori nelle gare del traffico serale. Ingranaggi automobilistici che portano altrove, ma mai abbastanza lontano. Si va da qualche parte. O almeno ci si prova. In realtà, viaggiamo inconsapevolmente all'interno di una trappola. La realtà è una trappola. Si va. Ma poi si torna. Più o meno felicemente. Qua.
Vorrei avere più tempo. Il tempo è una questione irrisolvibile.
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La foto è molto bella.
Il testo, pure.