Questa volta credo proprio di essermela tirata. L'avevo programmato da troppo tempo - da maggio - e lo stavo aspettando con troppa voglia. E come succede a volte quando aspetti qualcosa di bello bello, quel qualcosa di bello bello non arriva. E tu rimani lì, che ancora hai voglia di saltare e di ballare e. E invece niente.
Perché, alla fine, ieri sera il TTFF (Torino Traffic Free Festival) non c'è stato. O meglio, c'è stato, ma non per me.
Il tempo di arrivare a Torino e di constatare che, contrariamente a quanto talvolta mi sono ritrovata a pensare, anche la periferia di Torino mi piace. Il solo fatto di essere in zona torinese mi fa stare bene, quindi mi piace anche il qui della periferia.
Il tempo di parcheggiare e di dirigersi verso il Parco della Pellerina. E di fermarsi a prendere un panino. Ed ecco, è adesso che comincia a piovere. Ma è una pioggia estiva, potrebbe finire da un momento all'altro, no? No. In realtà, no. E continua, imperterrita. Continua e non è più solo pioggia, ora è fulmini e tuoni. Ora è il fermarsi sotto il tendone di un porcaro per cercare rifugio. Ora è continuare a sostare qui sotto, sperando che passi, ma continuando a mantenere quella preoccupazione per l'acqua che si mischia alla terra e diventa fango e in che condizioni sarà il prato sotto il palco? Eh, il palco. Il palco non lo vedo nemmeno. Non l'ho nemmeno visto. Perchè il temporale proprio non accenna a terminare ed un rivolo d'acqua sotto i miei piedi mi fa affondare un po' dentro la terra, sempre un po' di più, dato che ora il rivolo d'acqua diventa una pozzanghera, e sempre più vasta; sempre di più.
Il tempo di ragionare sul da farsi, che sotto questo tendone non possiamo rimanere ancora più di tanto, che già abbiamo le scarpe compromesse, tra poco la situazione peggiorerà.
Il tempo di buttarsi sotto la tempesta, e nel frattempo la strada che conduceva dentro il parco, verso il mio adorato concerto, è diventata un fiume in piena e ora non sono più solo i piedi. Ma sono anche i pantaloni, sono i capelli, sono le braccia e le mani, sono la schiena e il volto. E allora si deve correre. E siamo dentro a un parco con degli alberi, cazzo, e questi fulmini mi fanno paura. Corriamo, e c'è chi "Tanto ormai!" e schizza l'acqua delle pozzanghere verso i propri compagni d'avventura. Corriamo, e dalle casse dei porcari fuoriescono suoni diversi; stiamo correndo, ma i suoni facciamo in tempo a sentirli. Questo suono è reggae, e mi piace, e penso "Tanto ormai!" anche io. E allora perché non rallentare un po' la corsa e proseguire ballando? Si, ormai è come se mi fossi buttata dentro una vasca da bagno completamente vestita, quindi perché non ballare un po'? Sarebbe divertente ballare sotto la pioggia. Ma manca ancora della strada alla macchina e la pioggia è così forte... Il ballo dura poco.
Il tempo di dividerci, perché due andranno a recuperare la macchina e due aspetteranno, per quanto possibile, al riparo. Il tempo di saltare su e verificare che il tessuto bagnato addosso è veramente fastidioso. Il tempo di capire che giro dobbiamo fare per dirigerci verso la tangenziale. E quella che diventerà autostrada. Il tempo di imprecare, perché ce ne stiamo andando. E Torino finisce qua, stasera. Qua e così. Con un concerto mai visto. E con una città che non è stata vissuta a sufficienza. Perché Torino, stasera, non basta. Non è bastata. E' durata troppo poco.
E ci sono un po' di frasi che mi rimangono qua... Sono quelle che volevo sentire cantare da Manuel. Cazzo, io volevo sentire cantare Manuel!! Volevo sentirgli cantare:
... Non sarebbe bello venire a rincontrati
Senza aver paura di non ritrovarci mai?...
...Ma fra di noi c'è un segreto che non so
E' la complicità del volo
La mia lingua sul tuo culo...
...Le notti-le botte-le stelle-com'erano belle
Ma ora ho un senso inverso
Amanti-amici-umanisti-ribelli
Musicisti mai fratelli
Adesso-solisti-coltelli
Del niente-del niente
Che al limite ti fai una sega, ti fai qualcosa...
... Voglio la tua bocca
Ma mi passerà
Prima che si apra per me...
Volevo sentirlo cantare. Solo per stare meglio oggi. Solo per.
Occorre rimediare a quello che non è stato. Ma come?
Non lo so. Per il momento so solo che le ossa del collo e della schiena dolgono un po' a causa dell'umidità presa. E che mi serve una doccia. Acqua, tanto per cambiare. "Tanto ormai!"
Etichette: Afterhours, le occasioni mancate, Torino Traffic Free Festival
Che sfiga! Potresti rimediare venendo a vedere gli A. a Genova mercoledì alle 21 al Porto antico, molto ma molto meglio della Pellerina (non è gratis, però). Io e mia moglie siamo fans di Manuel dai tempi di Germi...e poi, coi suoi difetti, Genova è più bella di Torino. A Torino non c'è il mare :-)