i miei pensieri, nell'etere
venerdì 11 luglio 2008
A udire sempre sempre il suo respiro
In lontananza - ma nemmeno poi troppa - un treno passa diretto chissà dove. Il vento smuove il grano ancora bambino. Non si capisce se il tempo volterà in nubi nere o se stia solo rinferescando un po'.
Lì vicino - ma chissà se lo sia davvero così tanto - due persone giacciono abbracciate. La figura maschile pare stia accarezzando il braccio della figura femminile; fa cadenzare la sua mano tenendo chiusi gli occhi e andando dietro al percorso di quel vento gradevole. Anche il movimento provacato da lui lo è. Pare che tutto lo sia, adesso.
La figura femminile apre gli occhi e poggia una mano a terra, sull'erba morbida, per far leva e sollevarsi quel tanto che basta per avvicinarsi a quel viso maschile. Gli dà un bacio sul collo. Poi gliene dà uno sulla punta del naso. Un altro sulla fronte. E uno leggermente più giù, in quel luogo in mezzo alle sopracciglia - ma non proprio, è ancora leggermente più in basso - che sancisce il distacco tra un occhio e l'altro. Non arriva alla bocca; non subito. Forse non la vuole sprecare. O forse sta solo allungando l'attesa.
Da qui si può distinguere appena che non stiano già per sfiorarsi le labbra; sono talmente vicini... Eppure manca ancora dello spazio tra le loro bocche. Solo che da qui non si può stimare tra quanto tempo si toccheranno.
Da qui pare quasi di capire a chi appartengano la figura femminile e la figura maschile. Trattasi di Miss I e Mr U - ma rimane sempre quel "quasi"; di nulla si ha certezza. E, d'altronde, noi non rimarremo qui a chiarire il dubbio. Come non aspetteremo di vedere quelle bocche condotte a fare l'amore da quell'atteso bacio.
Chiunque essi siano e qualunque cosa stiano - o non stiano - per fare, noi ora ci allontaniamo e li lasciamo tranquilli. Non sta bene spiare. E di sicuro - questo sì - saremmo di troppo.

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posted by buИCiA at 22:18 | Permalink |


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