Le 12,12. Il tempo, oggi, passa lentissimo. Al lavoro non avrò nulla da fare fino alle 14,30. E allora l'attività che mi spetta sarà parecchio noiosa. Ma mi tocca. Non posso farci nulla.
Ho scritto dueappuntidue per la tesi. Li ricopierò al computer appena sarò a casa. Quella tesi che - ieri mi è stato detto - rischia di cadere nel banale e nel descrittivo. E perché? Solo perché ho scelto un argomento che è poco - anzi, pochissimo - trattato in letteratura. Ma io dico: per fare una ricerca su un tema già sudiato all'infinito e per cui avrei potuto scopiazzare a destra e a sinistra, avrei potuto fare una tesi monografica, priva di tanti sbattimenti; e bò. Ho scelto un tipo di ricerca che mi sembrava più interessante proprio perchè poco affrontata. E' un crimine? Oddio, no; non lo è. Ma ieri la mia relatrice mi ha fatto venire un sacco di dubbi.
Pensavo di aver trovato delle cose interessanti, e invece spuntano fuori i termini "banale" e "descrittivo". E io mi smonto del tutto.
Divento già parecchio scazzata quando si tratta di scrivere relazioni o testi vari per l'università. E dire che mi piace scrivere. Lo adoro, proprio. Ma tra il farlo per piacere e il farlo per dovere scorre un abisso profondo quanto la fossa delle Marianne. Forse ancor di più quando si tratta dello scrivere per la tesi. Se poi si tratta di scrivere già scazzati e con in più la smontatura procurata da un incontro con la relatrice andato per niente bene... beh, credo che il risultato non sia dei migliori.
Una collega universitaria mi ha riferito di aver scritto una tesi di 340 pagine. Scusa?! 340? Io ho fatto fatica a scriverne 15 per il primo capitolo. Come si arriva a 300? O anche solo a 200? Ma pure a 100 o a 50... Come?
Ma non mi possono far laurerare sulla fiducia, in base alla media dei voti? Sarebbe estremamente più semplice. Non si può, neh?
Le 12,30. Solo le 12,30. Sono sempre più convinta che per giungere alle mie mete - che si tratti di far passare il tempo o di riuscire bene in qualcosa - mi ci vorrebbe un po' più di immaginazione. E un po' più di volontà. E.
Si direbbe che la relatrice adori il banale. Se a venire dovesse uscirsene con altre annoiate e superficiali (sì, le sue lo sono) argomentazioni chiedile a bruciapelo "Allora che si fa? Lei pensa proprio io non riesca a scrivere una tesi di ricerca? Benissimo mi dica cosa fare e."