Che i ragazzi, a Torino, negli anni Novanta, quando tagliavano a scuola e cercavano un posto in cui potersi nascondere, dicevano "Andiamo alla Rina?!". (E per "Rina" intendevano la Rinascente).
Che se metti le ballerine - o PAPUCCE, come direbbe qualcuno - senza calzini, dopo che un altro paio di scarpe simili ti aveva già scuoiato leggermente la parte del piede che sta sopra il tallone, e devi camminare tutto il giorno, ti servirà almeno una confezione intera di cerotti per riparare quel po' di pelle che è venuto via fino a far sì che la carne viva, in quel tratto di piede, veda per la prima volta il mondo. Il quale, dal punto di vista della carne viva, corrisponderebbe al cerotto - finchè non si stacca - e alla scarpa malefica, appunto.
Che al ristorante Porto di Savona, in Piazza Vittorio, con 17 euro si possono prendere due menù, comprensivi di due primi (accompagnati da simpatici TAPPETINI di insalata), 1/2 litro di vino, 1/2 litro di acqua, due dolci (o due porzioni di ananas moooooolto fresco) e due caffè. Un buon prezzo per delle belle (e buone) porzioni, direi.
Che CK One Black è proprio un buon profumo. Anche se i profumi, da persona a persona, cambiano; perchè i pigmenti della pelle sono diversi, anche se - appunto - il profumo è lo stesso. E allora mi corrego. Ho imparato che CK One Black ha proprio un buon profumo sulla pelle che ho annusato oggi. Ah, se lo ha!
Che, rimanendo in tema di profumi, io, in faccia, sò di mela; di mela verde, per la precisione. Strano, perchè da quando mi sono scoperta allergica, di profumi non ne faccio più uso. Credevo di essere inodore. Ma oggi mi hanno detto che so di mela verde. (E, per qualche strana ragione, io ci voglio credere).
Che su una facciata dei palazzi in Piazza San Carlo, in alto, c'è un dipinto che raffigura la Madonna e che pare fosse stato ritratto per scacciare le presenze maligne. Non ho imparato, però, perchè - sempre in Piazza San Carlo - sotto le finestre siano presenti quei rilievi raffiguranti delle facce mostruose. (Qualcuno lo sa?).
Che - di nuovo in Piazza San Carlo - se mangi i grissini con la Nutella nel giorno nominato "Nutella Day", può arrivare un signore anziano a cazziarti, perchè "Lei mangia sotto un monumento, con tutti i soldi che abbiamo speso per ripulirlo?!?". (Ma, fortunatamente, non è successo a me).
Che oggi - l'avevo scordato - è il primo giorno dell'estate, e il sole e l'afa hanno contribuito a ricordarmelo ben bene, con i litri di sudore che mi hanno fatto perdere.
Che se non pisci (pardon, se non fai pipì) prima di prendere il treno, che se no il treno lo perdi, e poi il treno parte con venti minuti minimo di ritardo, può essere un problema. Ma ho imparato anche che avere una penna e un quaderno in borsa permette di scrivere, e di scrivere questo post, in particolare. E allora il tempo passa un po' più in fretta, e alla vescica che rischia di esplodere ci penso un po' meno.
Che, se metto la testa fuori dal finestrino guardando indietro mentre il treno sta partendo, il salutare questa città diventa più difficile. E' difficile, nonostante il luogo in cui viva io non sia poi molto distante da qui. Eppure così è. E credo che sarà sempre.
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Vent'anni prima, nel 1970, quando si tagliava da scuola si andava all'Impera a giocare Biliardo in via Cesare Battisti (traversa di via Roma). Il fatto che l'immensa sala di biliardi fosse al piano di sotto ci faceva sentire al sicuro come magistralmente scrive Giuseppe Culicchia QUI dando altresì voce al sentimento di chi è passato di lì.
Sai chi è il proprietario del Porto di Savona, dove dal tramonto in poi si gode di una vista incomparabile della piazza e della collina? Chiambretti.
Se ti riferisci al piccolo dipinto in piazza San Carlo sull'angolo con via Alfieri (che pubblicherò in settimana), non è esattamente raffigurante la madonna ma è un dipinto sindonico, mostra cioè l'ostensione della Sindone e, credo, possa essere -come scrivi- da contrapporre ai volti talvolta spaventati, o demoniaci che compaiono come piccoli bassorilievi sotto alle finestre.
Il signore (anziano o meno) che ha redarguito chi mangiava pane e nutella sui gradini del monumento equestre a Emanuele Filiberto, ha fatto benissimo: è stato giusto appena ripulito.
Una punta di sana e franca invidia, infine, verso chi ha avuto modo di esserti così vicino per sentire che sai di mela verde