Vorrei la sospensione dei pensieri. Vorrei la sospensione del giudizio. Vorrei il vuoto pneumatico nella mia testa. Vorrei il vuoto. Il vuoto.
Vorrei non aver visto il blu lampeggiare. Vorrei non sapere. Vorrei non ricordare. Vorrei non immaginare. Vorrei il volume più alto possibile. Vorrei infinite distrazioni. Vorrei chiamare tutti. E invece non chiamerò nessuno. Vorrei riuscire a fare quello che stasera non riuscirò. E quello che non sono riuscita fino a ieri. E che non riuscirò nemmeno da domani. Vorrei, vorrei, vorrei...
L'unica cosa che posso, invece, è stare seduta sulla tazza del cesso. Stare seduta lì, ancora, anche dopo aver finito la pipì. Stare lì e guardare il bianco e l'azzurro delle piastrelle. Il bianco. Che sembra riflettere. Invece, quello che fa è negare l'immagine, sfocandola. Negazione. Nego. Dovrei negare anch'io.
Rimango lì, seduta. Anche dopo aver finito la pipì. Sto lì e aspetto. Non è grave. Non deve esserlo. Non deve. Eppure ho un po' di paura. Un po'. (Spero che tu non l'abbia avuta. Spero che tu non ce l'abbia. Spero di venirti in mente).
Devo trovare un modo per fermare il batticuore. Adesso lo trovo. Adesso mi alzo, tiro su i jeans e lo trovo. Vorrei infinite distrazioni.
Adesso scrivo. Che magari mi passa. Adesso scrivo, che magari mi passa. Adesso scrivo, che magari...
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Ogni tanto vengo a dare uno sguardo a Torino e faccio la strada che porta dal (tuo concittadino) Fabrizio, e quando ho visto il tuo post ho pensato di vedere un'altro aspetto della città invece ho trovato un frammento di universo alla ricerca di... tutto il resto. Pazienza, che le risposte poi arrivano, te lo dice uno che ha più qualche annetto più di te, l'importante è lavorare bene su di noi, il mondo poi, è meno brutto di come ce lo raccontano.
Bene, ho finito, è stato un piacere conoscerti, ciao.