i miei pensieri, nell'etere
domenica 3 agosto 2008
Potresti essere tu
Trascorrerai l'intera settimana ad attendere il sabato e la domenica. Il sabato, poi, andrai a cena fuori e a casa di amici. Ti lamenterai silenziosamente del fatto che si fanno sempre le stesse cose e che si vedono le stesse persone e si frequentano gli stessi posti, ma in cuor tuo ringrazierai anche di tornare a casa entro l'una di notte, perché oltre proprio non ce l'avresti fatta e non ne avresti avuto voglia. La domenica occuperai quasi tutto il tempo in maniera seria, fino a quando uscirai. Controvoglia. Dirai di no all'invito per una pizza e ritornerai a casa dopo un sorbetto e un mal di stomaco che ti farà vincere un biglietto per un giro di Geffer. Pregherai per rimanere a casa in solitudine, perché non ti va proprio di sentir suonare campanelli e doverti sforzare per salutare. Ma dopo un primo sospiro di sollievo quella solitudine in cui avevi tanto sperato comincerà a pesare un bel po'. Il giorno dopo passerai 8 ore a non fare un cazzo al lavoro, o a spaccarti il culo pensando che la tua fatica arricchisce il culo di qualcun altro. E trascorrerai l'intera settimana ad attendere il sabato e la domenica. Che passerai a sentire scorrere fuori, mentre tu fisserai il tuo sguardo in un punto imprecisato di una camera torrida, con un ventilatore puntato addosso che scuote appena i tuoi sensi. E tutto quello cui riuscirai a pensare è che ti infastidisce coricarti su di un letto ancora sfatto. Ma alla fine tutto quello che farai sarà di tirare su le lenzuola e rimboccarle appena, perché questo ti scomoderà sicuramente meno che toglierle e metterle a lavare e lasciare la tua camera così. Spoglia.

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posted by buИCiA at 23:18 | Permalink |


8 Comments:


  • At 3 agosto 2008 alle ore 23:38, Blogger Franco Zaio

    Poveretto. Cosa ha fatto di male, di così tanto male? Forse è vero che ognuno ha quello che si merita?

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 02:29, Blogger Luca Bleek Sartirano

    Potrei essere anche io in effetti, con le dovute differenze, ovvio...

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 10:00, Blogger Fabrizio Zanelli

    E' un'icona che potrebbe attagliarsi a molti. Mi vedo in molti di questi punti infatti ma, alla fine, credo essenziale -anche per la sopravvivenza- saper dare un senso alla solitudine e vederla come un privilegio.

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 11:21, Blogger antonio lillo

    meraviglioso il particolare del letto sfatto!

    ricco di poesia! e anche di quella leggera disperazione che non sarebbe dispiaciuta al nostro caro pier vittorio...

    ecco perchè mi piace leggerti, mia cara simo, per questi particolari che sono solo tuoi...

    impagabili!

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 17:31, Blogger IsaccoNucleare

    brava, racconto molto bello e realistico, come dice lillo pier vittorio sarebbe contento, e secondo me ha ragione...
    un saluto, isacconucleare

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 18:23, Blogger buИCiA

    @franco: è vero che ognuno ha quello che si merita?! mah, almeno in parte sì. e forse se si ha insoddisfazione è perché si va sempre alla ricerca di qualcosa, senza sapere cosa, e nn si riesce a godere di quel po' che si possiede già.

    @bleek: conle dovute differenze, potresti essere tu, e potrei essere io, e potrebbe essere quel signore che sta passando là fuori...

    @fabrizio: la solitudine a volte è un privilegio, sì. bisogna saperla vivere, però.

    @lillo: e là là,quanti complimenti! ;)
    le cose più disperate, a volte, sono le migliori da leggere e assaporare, non trovi?
    Io, ad esempio, di Pier Vittorio, adoro "Biglietto n. 8" di "Biglietti agli amici"...

    @isacco: grazie per essere passat di qua e per aver lasciato un commento. ricambierò a breve.

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 23:02, Anonymous Anonimo

    Direi che mancano solo le mosche entrate dalla finestra, e il ritratto di un vecchio dimenticato del xxi secolo è completo. con tanta rabbia da voler immediatamente tagliare la tela in due metà.
    ma è vero, ognuno ha quel che si merita, l'ho sempre sostenuto per me stessa.
    "Che passerai a sentire scorrere fuori, mentre tu fisserai il tuo sguardo in un punto imprecisato di una camera torrida, con un ventilatore puntato addosso che scuote appena i tuoi sensi"...è drammatico, simo.

     
  • At 4 agosto 2008 alle ore 23:22, Anonymous Anonimo

    mi ricorda "provincia meccanica". che inquietudine!