E' un pomeriggio che suona duro sotto la batteria e la chitarra di Febbre degli Afterhours. Ma non ha suonato duro per tutto il tempo. Prima ha suonato morbido sotto la coperta del sonno che accoglie dopo pranzo. E poi ha suonato malinconico davanti a un televisivo Better di Tom Baxter e poi a un youtubiano Believe; sempre di Tom Buxter.
Gli alberi, fuori, ballano con il vento. Alcune voci e alcuni motori d'auto mi entrano in casa; non invitati, tra l'altro. E' una giornata che non ha senso.
Mi ritrovo a leggere alcune righe. Prima di iniziare, so già che quelle righe mi piaceranno. Dopo aver iniziato, trovo conferma in quel presunto sapere, e mi fermo su un "Piangeva senza saperne la ragione". Dev'essere capitato un po' di volte. Di piangere senza saperne la ragione. Si, dev'essere capitato un po' di volte.
E - di nuovo - queste ore mi sono scivolate via senza controllo. Il sole, ancora alto, è un ingannatore.
Rimango ancora un po' qui pensando a come fare finire questo pomeriggio. Lo faccio finire stanco, coricato su questo divano, o lo faccio finire a sputare sudore, picchiando a terra le Adidas che uso per correre?
Deciso. Questa fine comincia così, con me che mi alzo da questo divano.
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