i miei pensieri, nell'etere
giovedì 14 febbraio 2008
Al suon di uno Stradivari
Me ne stavo coricata lì, sul divano, ieri sera. Con addosso due coperte, a causa del freddo procurato dal mancato funzionamento della mia caldaia. Annoiata dai programmi finiti e dalla solitudine. Stavo lì, così, quando ho visto cominciare su Rai2 un programma di pattinaggio sul ghiaccio. Il presentatore (Bossari) e il tema sanvalentiniano mi stavano inducendo a cambiare canale, ma la locazione dove si teneva lo spettacolo era il Pala Vela di Torino e il pattinaggio sul ghiaccio mi affascina; così, motivata da queste due ragioni, ho deciso di fermarmi un po' a guardare (storcendo, comunque, un po' il naso per quell'enorme cuore rosso sotto il "Pensiero stupendo" che dava il titolo alla trasmissione).

Dopo poco mi vedo arrivare su quella pista bianca Evgeni Plushenko, che comincia a girare in mille piroette, a saltare, a danzare, accompagnato dal suono di uno degli otto Stradivari rimanenti al mondo. Ed era tutto così... wow! Non mi viene in mente un'altra parola per esprimere quella bravura, quella capacità di andare contro a quelle forze fisiche che farebbero sbattere il culo a terra a qualsiasi altro essere umano non alla stessa altezza.




E penso che mi piacerebbe saper ballare sul ghiaccio, e sorridere dalla contentezza e dalla leggerezza, mentre lo faccio. Seguire la musica. Rincorrere una nota e raggiungerla in volo, per poi attarrare maestosamente e invocare gli oooooooohh!! degli spettatori.

E tenere le mani dietro la schiena, perchè non c'è bisogno di alcun appiglio; non ce n'è bisogno affatto.


E sorridere, ancora, con l'aria fresca contro il volto.

E scivolare...





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posted by buИCiA at 17:55 | Permalink |


7 Comments:


  • At 14 febbraio 2008 alle ore 18:51, Blogger burro

    A mia nonna della sua infanzia erano rimaste fino a poco tempo fa tre cose: una foto di sua madre, una fisarmonica e un violino.
    Le prime due le sono state vigliaccamente rubate, la foto era nel portafoglio fatto oggetto di attenzioni particolari sul tram, la fisarmonica le è stata rubata in casa, il violino è nascosto ed è da qualche parte che mi aspetta. Ormai è l'unica cosa materiale che lega mia nonna alla sua infanzia, dove la guerra, la fame più nera, l'assenza dei genitori l'hanno accompagnata nel periodo che tutti noi pensiamo sia il più bello e spensierato della vita.
    Il giorno che riceverò quello strumento sarà al contempo terribile e bellissimo, terribile perchè vorrà dire che lei non ci sarà più, bellissimo perchè la cosa materiale a cui lei più tiene sarà tra le mie mani. E quando imparerò a suonarlo saprò che lei in qualche modo sarà con me.

     
  • At 14 febbraio 2008 alle ore 19:43, Blogger Fabrizio Zanelli

    I miei genitori abitano a 100m dal Palavela. Ier sera, nell'andare a prenderli per andare fuori a cena, verso le 20, c'era una confusione indicibile ma, nonostante il traffico, le luci e i rumori in una piccola Yaris rossa con i vetri appena un poco appannati loro, stretti stretti, si baciavano. La magìa, in quella piccola vetturetta rossa, era già iniziata...

     
  • At 14 febbraio 2008 alle ore 21:10, Blogger buИCiA

    @burro: e perchè nn cominci già ora, a prendere lezioni di violino?
    Così quando arriverà quel terribile e bellissimo giorno, potrai sfiorare con ancor maggiore gusto il ricordo che ti avrà lasciato tua nonna.
    Io adoro quando vado da mia nonna e comincio a guardare vecchie foto sbiadite dal tempo. E ascoltare storie d'altre epoche(che ormai, dopo 24 anni, sono sempre le stesse...)

    @fabrizio: i tuoi genitori hanno approfittato proprio della confusione, del traffico e delle luci per darsi quel bacio.
    Hanno ignorato gli anni, le cose e le persone per far cominciare quella magia.
    E direi che hanno fatto solo bene.

    ;)

     
  • At 14 febbraio 2008 alle ore 22:36, Blogger vinci

    Bellissimo l'incipit del post di burro...molto incisivo

     
  • At 15 febbraio 2008 alle ore 09:27, Blogger Onigirigirl

    c'è ancora. ma solo sola, sopraffatta dall'intensità del ricordo.

     
  • At 15 febbraio 2008 alle ore 14:09, Blogger Franz

    Ricordo il semestre invernale nella mia scuola di musica, quando attendevo nella saletta della macchina del caffè la mia lezione, ripassavo canticchiando gli spartiti. C'era sempre nell'aula 9 lezione di violino, rimanevo sempre incantato. E il trillo del diavolo di Tartini l'hai mai sentito?!

    Musica e danza che si uniscono. Ricordo quella volta che ad un saggio accompagnai una cantante soul. Era tipicamente nel suo carattere ballare mentre cantava, era stupendo, i suoi movimenti si accompagnavano all'intensità della sua voce, la sensualità di quel corpo era enfatizzata dal suo vestito, dalle luci, dal solo di sax che avevo a metà brano, un suono caldo, un bocchino di metallo in grado di ampliare il suono in tutto l'auditorium, lei che continuava a muoversi in un modo così attraente.

    [Continuo a descivere, a parlare, e tutto rimane ancora lì***]

     
  • At 15 febbraio 2008 alle ore 19:34, Anonymous Anonimo

    La poesia in movimento espressa da un campione sportivo è sempre magnifica, qualsivoglia sia lo sport che pratica. Nel caso del pattinaggio ancora di più visto il necessario connubio tra forza, grazia, eleganza, musica ed effetti luce....magia :)