Ma si dovrebbe. Si dovrebbe, eccome. Si dovrebbe morire ogni mattina. Tutte le mattine. Per poi rinascere. Di notte. Di pomeriggio. Al tramonto. All'alba delle stelle. Quando si vuole. Quando ognuno vuole. Per buttare via la vita del giorno prima e per ricominciarne una nuova. Fino alla soddisfazione. Fino all'esaurimento. Fino a che non c'è nemmeno più la possibilità, quella possibilità; la possibilità di morire e poi di rinascere. Ancora, ancora, ancora, di nuovo; e poi ancora. Come quando ti servono le fototessere ed entri in uno di quei bugigattoli apposta che trovi in stazione o nei centri commerciali. Quei bugigattoli dove puoi fare le fototessere, e di queste ultime puoi scegliere il formato, il bianco&nero o il colore; puoi anche scegliere di rifarle un tot di volte, fino a che l'immagine di te stesso che compare sul monitor non ti soddisfa. Ma non puoi rifarle all'infinito; non puoi effettivamente ripetere il click fino alla soddisfazione. Perché dopo tre o quattro scatti la tua immagine non compare nemmeno più, su quel monitor. E non puoi far altro che uscire dal bugigattolo e aspettare che escano le fototessere, che ritraggono te in qualche posa, una qualche posa, che forse può anche quasi soddisfarti, la posa in cui esci; ma mai totalmente. La soddisfazione piena, quando non sei stato tu a scegliere il click giusto, non arriva mai; non c'è mai. Può esserci quasi, ma non sarà mai totale. E' una soddisfazione parziale. E' una soddisfazione di cui ti devi accontentare. Perché non l'hai scelta tu. Non hai avuto la possibilità di schiacciare il pulsante mille volte, miliardi di volte, fantastiliardi di volte, fino a trovare un'immagine di te che fosse davvero l'immagine di te che vuoi imprimere con la stampa. Il sorriso che farai guardando le foto non sarà mai quel sorriso; mai.La vita dovrebbe essere una fototessera. Che puoi fare in digitale. E rifare. Quante volte vuoi. Dovrebbe essere una fototessera che muore e nasce con il solo premere del tuo dito su di un pulsante. E il tempo, fuori di lì, dovrebbe darti il tempo. Il tempo dovrebbe darti il tempo di scattare. Dovrebbe attuare una semisospensione per permetterti di scegliere. Il tempo potrebbe anche fartelo, questo favore.
Ed è così che ogni tanto mi sveglio di mattina (o di pomeriggio, o al tramonto, o all'alba delle stelle) sperando di essere appena nata, di avere pochi secondi, pochi minuti, 0 anni, insomma. Invece di secondi, di minuti e di anni ne ho sempre di più. Guardo fuori di lì sperando di trovare la semisospensione del tempo. E invece tutto continua a muoversi. Continua. Il tempo non mi concede il tempo.
Ed io so che è colpa mia, se l'immagine di me che rimane impressa dalla stampa non mi soddisfa. Lo so. Ma il fatto è che io non mi accontento di essere quasi soddisfatta. Continuo a schiacciare quel pulsante sperando che la prossima foto sarà migliore. E mi trovo ad un certo punto che di foto non ne posso più rifare, e sto lì ad aspettare. Che la stampa che esce sia di mio gradimento, almeno un po'.
Il fatto è che io non mi voglio accontentare. Il fatto è che vorrei essere io. A scegliere il click giusto.
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continua a premere quel bottone troverai il click giusto forse la migliore foto l'hai scattata proprio ora.........