i miei pensieri, nell'etere
giovedì 6 novembre 2008
Il testimone
Sono scorse via velocemente. Più di quanto pensassi. Dalle 20 a questa parte. Via così. Erano una settantina. Volevo farle correre via per far loro passare il testimone alle prossime. Volevo farle correre via per la loro bellezza. Per sfamare la mia fame cerebrale. Ma la fame non coinvolge mai un organo solo. La fame serve per tener su l'intero corpo. Il corpo intero. Si dice che si è quello che si mangia. Io mangio libri. Cosa ne deriva?
Come sempre, mi è spiaciuto finirlo. Come potrebbe non spiacere? Ma il testimone passa di mano degnamente, sapendo che il prossimo giungerà alla meta in modo soddisfacente. Gli ho già dato un'occhiata mentre il corridore precedente era ancora in pista e lui, quello successivo, si stava ancora scaldando i muscoli. Tra poco il primo passerà il testimone al secondo, si sfioreranno le mani; il primo strizzerà l'occhio al secondo, che sorriderà e poi si concentrerà sulla sua corsa.
Il primo, Roberto. Il secondo, Vinicio. Potessi avere un decimo della chiarezza del primo e un decimo della poesia del secondo... Potessi...
Non so. Non riesco. A scrivere qualcosa di meglio, adesso.
Gli occhi, più stanchi della mani, trovano solo più il modo di farsi accarezzare da alcune frasi. Queste frasi.

Non ci sono amicizie più rapide di quelle che nascono tra persone che amano gli stessi libri (Irving Stone, sul segnalibro che ho comprato oggi).

... il mio cuore! E' morto mille volte almeno, il mio cuore. Ha vissuto addirittura morendo, covando la morte in sé, se l'è tenuta attaccata, ben stretta, senza distinguerla, ed è morto cento volte al giorno. E' la vita... ma è certo, non si muore tutte le mattine, si muore una volta sola (Vinicio Capossela, Non si muore tutte le mattine).


E comincio a dare la buonanotte.

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posted by buИCiA at 23:31 | Permalink |


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