E così sono arrivata alla fine di quelle settanta pagine. Una più, una meno... L'ultima è stata sfogliata su un treno di ritorno da Pavia intorno alle 18, 30 di questo pomeriggio. Un po' è stata sfogliata da me. Un po' lo è stata dal vento che giocava a nascondino con i finestrini e le tendine sporche di quell'espresso. Tokyo blues da oggi rimarrà chiuso, almeno fino a che non mi verrà voglia di leggere una delle tante frasi che mi hanno colpito. E sono state un bel po'.
Potrei scriverne un po' qui; potrei enunciare i vari libri che - nuovi nuovi - mi aspettano sullo scaffale della libreria in soggiorno. Potrei fare un po' di cose, insomma, ma non mi va di farne nemmeno una, perchè il mal di testa e la stanchezza sono a livelli davvero alti, adesso, e credo che tra non molto prenderò la via del letto.
Era solo per lasciare un saluto ai miei amici di carta, inciostro e fantasia che mi hanno tenuto compagnia per un po'. Solo per questo.
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Un'orecchia alla pagina e poi, più in là nel tempo, scorrere quella pagina per ritrovare la ragione dell'orecchia. Leggere è anche questo.