Le 9 in punto. E sono le 9 del primo giorno di riposo dopo una settimana abbastanza densa di lavoro; anzi, di lavori. Il lavoro oggi non mancherà comunque, ma è un lavoro che consente il lusso di essere svolto in modalità e tempi piuttosto liberi, e all'interno di un luogo che più familiare di così non potrebbe essere. Se solo fuori ci fosse il sole, si riuscirebbe ad essere anche quasi contenti.
D'un tratto viene voglia di brioches. Alla crema. Ma lo stomaco è già stato riempito da sei biscotti secchi immersi all'interno di una tazza blu, resa calda da un'English breakfast tea che proprio ci voleva. Ultimamente ci vuole spesso. Ancora il tempo per riordinare i pensieri, o semplicemente per guardarli in faccia uno ad uno, e il tempo per dare un'occhiata ad alcune notizie on line, e poi si comincerà (davvero) la giornata.
Intanto, Be mine cammina senza fermarsi. Cammina nell'aria dopo aver camminato dentro la testa da prima che gli occhi squarciassero la luce. Cammina insieme ad alcune di quelle facce riviste in sogno, ad alcune di quelle che probabilmente si rivedranno e risentiranno nell'arco della giornata. E cammina anche insieme a quelle che non si vedono poi da così tanto, ma che si avvertono in maniera diversa; ed è un avvertire che produce rabbia e malinconia. Due sentimenti che non vanno molto d'accordo. Ma che, per forza di cose, si ritrovano a convivere.
Le 10 del mattino. Lunedì. Ottobre. Uno scritto che, nemmeno per sbaglio, riferisce in prima persona. E non è poi così male. Esserci e non esserci allo stesso tempo.
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to be or not to be... be mine...