i miei pensieri, nell'etere
lunedì 29 giugno 2009
Di un po' di cose
E così ci siamo di nuovo. E' di nuovo estate, è di nuovo periodo di cambiamenti. Vale è partita di nuovo per la Sicilia e ritornerà a settembre. Io ho di nuovo cambiato lavoro. E dopo un po' di tempo, sono di nuovo tornata a scrivere di me, qua. Anche se adesso non so esattamente cosa andrò a scrivere di me nelle prossime righe, ma penso che lo stream of consciousness sia sempre un'ottima soluzione. Che non necessariamente il filo che collega le cose deve essere visibile o comprensibile. E forse è anche per questo che ultimamente non ho più scritto. Forse cercavo un filo in grado di connettere il tutto e, non essendo stata capace di trovarlo, ho permesso che io abbandonassi questo luogo per tanto, troppo tempo.
Ho cambiato lavoro, dicevo. Finalmente sono in mezzo ai libri, anche se, per la parte di lavoro che spetta a me, i libri con cui ho a che fare sono perlopiù scolastici, e non di narrativa. E' strano, quando si cambia lavoro. Strano perché da una parte si abbandonano delle mansioni e delle persone con cui si è convissuto per un po', e dall'altra parte ci si ritrova in un nuovo ambiente dopo poco (a volte proprio dopo pochissimo), e si devono imparare nuove cose, si conoscono nuove persone... E al prossimo cambio il passaggio del testimone sarà nuovamente accompagnato da quel po' di nostalgia che riporta alla mente come si è cominciato tutto questo, il primo giorno e via dicendo; sempre così, fino all'ennesimo prossimo lavoro.
E poi ci sono gli studi, che tra non molto finiranno, ed io sono già qui a chiedermi cosa farò, poi, una volta che non avrò più da studiare e forse dovrò trovare un altro modo per occupare i pomeriggi, dopo il lavoro. Ma non voglio anticipare i tempi. Adesso voglio godemri quello che c'è e quello che viene proprio così com'è. Non voglio nemmeno lavorare troppo di fantasia. Non voglio crearmi aspettative e non voglio delusioni. Non voglio immaginare di più o di meno. Voglio che le cose siano come siano, almeno per una volta.
Come passa velocemente il tempo, ci pensate mai? Stamattina era appena cominciato il giorno, ed ora è già quasi domani. L'anno scorso ,le persone che non mi conoscevano vedendomi per la prima volta mi davano 19 anni, mentre adesso me ne danno già 22 [ne ho 25, per la cronaca]. Come passa velocemente il tempo. Sabato ho incontrato la mia maestra di italiano delle elementari. E' in pensione, adesso. Mi ha chiesto quando mi laureo, e alla fine della chiacchierata mi ha fatto notare che ancora si ricorda il mi nome. Ed io, per eccessiva educazione, le ho parlato dandole del Lei, perché il tempo passa velocemente, ed io non sono più una bambina e mi sembrava maleducato darle del tu come quando mi correggeva i temi. I temi. Una volta proprio quella maestra tenne il mio quaderno sott o quelli degli altri, mentre ad uno ad uno li prendeva in mano e leggeva ad alta voce voto e commento di un tema. Tenne il mio al fondo, e disse che era così che si dovevano scrivere i temi, così come avevo fatto io. Aveva tenuto al fondo il mio quaderno per leggere il mio tema ad alta voce e dire che poteva essere preso da esempio. Grazie, maestra. Chissà, forse se oggi amo così tantp leggere e scrivere è anche merito suo [è anche merito tuo]. E adesso sto scrivendo da un oggi che è già quasi domani. E non so quanto ancora ho da dire, se effettivamente ho da dire qualcosa. So, però, che per oggi mi basta quanto ho detto, e anche se sembrerà che quel filo non sia presente tra una cosa e l'altra, io riesco a distinguerlo, nel mezzo di queste righe. Ma, come dcevo, non è così importante che il nesso si veda, o che ci sia. Oggi voglio che le cose siano come siano. Almeno per una volta.
Oggi le cose sembrano non essere tanto male, nemmeno da sotto il cielo di casa mia.

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posted by buИCiA at 18:22 | Permalink | 12 comments
giovedì 18 giugno 2009
Alla ricerca del gusto
E' da un secolo che non scrivo, eppure non è da un secolo che non penso.
Ho pensato proprio un attimo fa, ho pensato anche adesso, e penserò anche fra un attimo, se solo ci penso.
Che cos'è che è andato perso? Perché qualcosa, forse, lo è andato. O forse non c'era nulla da perdere. Il che, sempre forse, è peggio. Perché significherebbe che il mondo nella mia testa è disincantato. E allora quello che sento cos'è? Cos'è quest'ululato?!
Ah, magari è solo il pensiero di prima. Magari ulula alla luna, che a parlar col cielo... cosa volevo dire?!
Ecco, quello che pensavo adesso non l'ho già più in mente. Scordato. Scappato.
Nè troppa allegria, nè troppa tristezza. Semplicemente questo limbo.
E dire che il purgatorio io non l'ho mai gradito. Le vie di mezzo spesso sono insipide.
Ci si lamenta sempre del troppo dolce o del troppo amaro, ma in realtà sono i gusti indefiniti ad essere i meno graditi. Non si sa dar loro un nome, e di certo non sarò io a farlo.
A quest'ora della notte vado d'accordo solo con la rima. E adesso che ci penso - diamine! - perché mai non c'ho pensato prima?!

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